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“La scuola deve valorizzare il merito e non chi la sponsorizza”

Il  discorso di fine anno di una studentessa australiana riceve la standing ovation da parte di docenti e alunni. Si tratta di una tra le migliori studentesse di una prestigiosa scuola privata australiana che ha criticato apertamente la gestione professionale dell’istituto, criticandone apertamente la presunta capacità di vendere un prodotto perfetto e “irraggiungibile”.

Sarah Haynes, come riporta l’Huffington Post, capitano uscente della Ravenswood School for Girls della sponda settentrionale di Sydney, nonché brillante studentessa,  ha detto di essere delusa e di sentirsi tradita dalla propria scuola per la fantomatica pretesa di voler apparire come una meravigliosa macchina capace di vendere a chiunque la possibilità di raggiungere la perfezione.

Il video è apparso su Youtube e in poco tempo ha raggiunto migliaia di persone che, a loro volta, lo hanno ricondiviso sui social network.

La scuola si aspettava che facesse da sponsor e quando lo staff dell’istituto è venuto a sapere cosa realmente lei volesse dire nel suo discorso, le ha creato seri problemi. Così, per quest’ultima apparizione in pubblico, ne ha preparati due, consegnando ai professori uno specchietto per le allodole.

 

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“Sarei stata un’ipocrita se fossi salita su quel palco e avessi cominciato a versare parole d’amore nei confronti della scuola – racconta la ragazza – non mi sarei sentita apposto con me stessa, anche perché molti miei colleghi conoscono bene i miei reali sentimenti”. Alcuni studenti avrebbero, però, insinuato che il discorso di Sarah sia una sorta di vendetta legata all’allontanamento della sorella dalla scuola avvenuto qualche tempo prima, ma lei ha negato.

“La Ravenswood chiede fino a 28.600 dollari l’anno e promuove un’educazione, una cultura, in cui il fallimento non è ammesso”, sottolinea Sarah, che poi continua: “Una scuola, a quanto pare, non può non ammettere di non essere perfetta, ma il vero errore è non essere in grado di riconoscerlo e di ammetterlo a tutti”. Non solo, ma ciò che le è stato concesso a livello di possibilità è stato precluso ad altri, trascurando così il duro lavoro che avevano fatto.

“Io non so come si gestisce una scuola, ma al giorno d’oggi mi sembra che questa venga tratta più come un’azienda, dove tutto viene giustificato da dati e numeri, dove si investe di più su chi può rendere a livello pubblicitario e non per meriti effettivi legati allo studio. Mi piacerebbe vedere che l’istituto, la mia scuola, si dedicasse a tutti senza distinzioni, valorizzandone le capacità e giudicandoli equamente “.

L’unico commento sul discorso della studentessa rilasciato dalla scuola riguardava il dispiacere che lo staff ha provato nel constatare che il discorso di Sarah aveva oscurato la celebrazione del 12esimo anniversario della scuola.

Pasquale Almirante

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