Per progettare la scuola del prossimo anno, ma anche per pensare alla scuola futura, perché la scuola del prossimo anno sarà ancora una scuola della emergenza, occorre ripartire da cosa è successo e da dove siamo arrivati. Come ha funzionato nei vari ordini la Didattica a Distanza? Quante scuole hanno raggiunto risultati soddisfacenti per loro, per i ragazzi, per le famiglie? Quali problematiche sono emerse cui prestare attenzione, finita la emergenza. Quali sono stati i maggiori problemi? Quali le soluzioni ragionevoli?
Ma soprattutto con che criteri e metodi scegliere un ambiente di apprendimento e didattica online, quali modelli organizzativi sono sostenibili e proponibili? Tenendo conto che contesto, obiettivi, metodi, strumenti (e organizzazione) sono cose strettamente interconnesse.
Soprattutto: su quali problemi è meglio riflettere ancora o di più?
Alla complessità di queste domande cercheranno di rispondere Stefano Penge, esperto di didattica online, e Rodolfo Marchisio, formatore e animatore della rubrica Educazione civica e cittadinanza digitale per la Tecnica della Scuola, in un doppio appuntamento gratuito ed aperto a tutti “La scuola di domani: dove siamo arrivati e dove potremo andare” con una video intervista a due voci e un webinar il 4 giugno.
Nel primo appuntamento, la video intervista, si ragiona a due teste su cosa è successo, su quali problemi sono emersi durante questa esperienza e con che avvertenze metodologico/didattiche, tecniche, educative è meglio affrontare la progettazione della scuola 2020/21.
I temi trattati nei video (3 parti di 20 minuti ca) sono:
- Didattica, scuola, società – Marchisio
- Rete strumenti e riflessioni – Penge
- Crisi, DaD e Cittadinanza – Marchisio
Nel secondo appuntamento, un webinar di approfondimento gratuito, si rifletterà su come debba essere una scuola in cui il digitale entra a far parte, più di prima (vedi indagini su competenze digitali dei docenti e degli allievi), della didattica, della ricerca, di progetti condivisi ed agiti come ambiente di apprendimento a tutti gli effetti. Come luogo di cittadinanza vissuta ed agita e come aspetto essenziale (utile e pericoloso insieme) della cultura attuale.