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La scuola dove Cina e Italia si fondono

È aperta da novembre, si chiama Siic (Scuola internazionale Italo-Cinese) e si trova all’Arcella a Padova. A volerla la società di “Sviluppo ed Istruzione della Cultura italo-cinese in Italia”, una cordata di imprenditori cinesi i quali, con il diretto finanziamento del governo di Pechino, si sono imbarcati nell’avventura di una scuola d’eccellenza bilingue, unica a livello europeo, riconosciuta in Italia e in Cina.

Il progetto è quello di nutrire gli studenti con il meglio della cultura cinese e il meglio di quella italiana: Confucio e la Montessori, i due “ispiratori” dichiarati del metodo e della filosofia dell’istituto, stanno facendo inedita comunella.

Preside e ideatrice del progetto Li Xuemei, 55 anni, insegnava all’università di Liaoning in Cina: una scuola di cultura alta, cinese e italiana, “perché anche i bimbi cinesi nati qui spesso a casa parlano solo dialetto, invece devono studiare il cinese tradizionale e imparare a scriverlo. E apprendere la cultura, cinese e italiana. Questa scuola era il mio sogno, ci penso da 20 anni, da quando sono arrivata. Ci sono tanti cinesi qui, e fanno tutto, fabbrica, imprese, commercio, quello che manca è la scuola. È la cultura. Dobbiamo formare i bambini attraverso principi forti: la scuola cinese è troppo rigida, in quella italiana si pensa troppo al gioco: noi cerchiamo una via di mezzo in un ambiente multiculturale. E puntiamo molto sull’educazione civica”

Educazione civica e matematica con i numeri arabi: alle elementari sono sei ore alla settimana, tre con un prof italiano e tre con un prof cinese.
La classetta della materna è di tutti cinesi, mentre alle elementari italiano c’è solo Luca di 10 anni. Ventuno ragazzini, su 40, vivono in istituto, ce ne sono che arrivano dalla Sicilia: al piano sopra c’è il collegio. Stanze da due posti, ogni due stanze un grande bagno che scintilla come un dépliant. Le camere sono immote, paiono disabitate, non un poster, un giocattolo visibile, un paio di pantofole. Rigore, sobrietà. Qui è di sicuro è passato Confucio ma quel giorno la Montessori doveva essere assente.

I piccoli della materna stanno a scuola dalle 7.30 alle 19, colazione, pranzo, merenda, cena, attività didattiche, ginnastiche, gioco. La retta 2013-2014 è di 2 .800 euro per tutto l’anno. Per le elementari il costo è di 3 mila euro, orario: 8.15-16.15 e fino alle 18.10 doposcuola, con i prof., ginnastiche varie, sport e, va da sé, tanto tanto ping pong .

Dalle colazioni alle cene, tutto esce dalla cucina interna dove su riso cantonese e rigatoni al ragù (tre volta alla settimana menu cinese, due italiano) regna Cinzia Toniolo, vicentina, 50 anni, cuoca da 30 anni per lo più nelle scuole, un sorriso grande. Sta preparando pasta ai peperoni e seppie in umido: «All’inizio ero un po’ preoccupata, poi mi sono ambientata benissimo. E ho imparato a cucinare cinese». Hao wèikou a tutti, dice ai ragazzi affamati. Sta per buon appetito. Anche Cinzia sta diventando bilingue.

Pasquale Almirante

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