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“La scuola è il futuro del paese”: la due giorni a Napoli del M5S

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Quest’anno è stata la volta di Napoli. Qui, nell’affascinante cornice della mai adeguatamente riqualificata Mostra d’Oltremare, Il movimento 5 Stelle ha voluto festeggiare il decennale della sua nascita. Una festa, partecipata e ben organizzata, sì, ma non solo. Un momento per mettere le spunte su quei punti del programma di governo già realizzati e riflettere su quelli ancora da realizzare riportati nel “libretto giallo” distribuito a tutti i partecipanti all’ingresso nell’Arena flegrea.

Ma anche un’occasione per guardarsi negli occhi, per confrontarsi su decisioni prese o digerite con difficoltà e per guardare al futuro. “Io sono futuro” è scritto sul banner del palco dell’omonima agorà, richiamando alla memoria quel “In me non c’è che futuro” del grande Adriano Olivetti, promotore negli anni sessanta di una rivoluzione tecnologica e culturale senza pari.

Tra i tanti temi trattati a Italia a 5 Stelle 2019, si è parlato anche di giovani e di scuola, e con entusiasmo.

“Non c’è abbastanza dignità per i cervelli, non solo per quelli dei laureati che fuggono all’estero alla ricerca di migliori opportunità, anche per quelli più giovani, ad esempio, della scuola dell’infanzia o della primaria” – ha affermato Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura della Camera in una delle agorà organizzate dal Movimento 5 Stelle nella due giorni di Napoli. E poi ha continuato: “Ci vuole rispetto per tutti i cervelli. Il futuro non è la tecnologia, che è uno strumento, ma l’intelligenza collettiva che sa utilizzare anche la tecnologia (…) Io, nel mio piccolo, vado nelle scuole e vedo due cose nei ragazzi, una grande mobilitazione per il pianeta e amore per la creatività. Noi adulti dovremmo ascoltare le loro voci.”

“In Commissione Cultura stiamo lavorando mettendo al centro merito e competenze. E si lavora benissimo, c’è coesione e voglia di cambiare, di investire nella scuola e nell’istruzione”- sottolinea, inoltre, la portavoce pentastellata Vittoria Casa.

“Con la Gelmini, c’è stato un disastro nella scuola, ora con il Ministro Fioramonti stiamo cercando di invertire la rotta, impegnandoci contro il precariato e a favore della continuità. La lotta alle classi sovraffollate? Una nostra bandiera. il nostro obiettivo è una scuola a livello europeo, lavoriamo per ridurre il gap tra Nord e Sud del paese”.

È un impegno preciso quello del Movimento 5 Stelle sulla scuola e si percepisce nelle parole dei portavoce la determinazione e la forza di un progetto di riforma condiviso: “Il lavoro già fatto? Un anno di lavoro in cui abbiamo cercato di costruire anche in situazioni avverse, un anno in cui il principale terreno di scontro è stato l’abolizione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali. I docenti devono però oggi essere disponibili e partecipare al cambiamento” – questo anche l’appello della senatrice Bianca Laura Granato – “per far sì che le riforme non vengano più calate dall’alto e quindi subite dagli insegnanti perché il mondo della scuola deve vivere in serenità”.

Sul delicato tema della sicurezza nelle scuole, ha preso invece la parola la portavoce Virginia Villani: “In Italia la fotografia è disastrosa: 20.000 scuole su 40.000 sono state costruite con criteri non antisismici e sono prive di certificazioni. Il nostro Piano nazionale triennale prevede un finanziamento di un miliardo e 700 milioni da destinare all’edilizia scolastica. La sicurezza è un problema prioritario: le mamme devono avere la certezza che i figli, quando sono a scuola, siano in un luogo sicuro”.

A proposito invece del Decreto Scuola approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 10 ottobre, con grandi novità in tema di lotta al precariato e meritocrazia e che porterà alla stabilizzazione di 24 mila docenti, commenta infine il sottosegretario Lucia Azzolina: “Il Decreto appena approvato è un buon punto di partenza, i miei colleghi parlamentari miglioreranno ora quel testo. Ma quello di cui abbiamo bisogno è far funzionare questa scuola nel quotidiano. Le istituzioni devono essere vicine ai docenti e ai dirigenti. Al Miur ci sono persone valide che possono aiutarci (…) Abbiamo i ricercatori dell’Indire che fanno delle cose bellissime ma di cui spesso le scuole non sanno perché non siamo stati noi bravi a comunicargliele. Ma tutte le risorse che ci sono nelle scuola, al Miur, nella politica, messe insieme, possono lavorare bene veramente per migliorare il tutto. Ed io ci credo fermanente. (…) Aiutateci tutti. Creeremo anche dei gruppi regionali in cui coinvolgere docenti, dirigenti, personale ATA, tutti coloro i quali vogliono costruire la scuola del domani, fondata sulla centralità degli studenti. La scuola è il futuro del paese”.

E, a conclusione della bella kermesse partenopea, si fa più chiara la consapevolezza che il futuro parta dal passato ma si costruisca nel presente anche con un pizzico di sana visionarietà