Vittorio Sgarbi si inventa, presentandola a Milano, una nuova creatura politica, il “Partito della Rivoluzione.”
Tra le tante cose discusse, ha parlato anche di scuola. La sua controriforma scolastica si basa sul seguente concetto: tutti a scuola due ore dopo, perché la sua esperienza personale evidenzia che nelle prime ore scolastiche non si impara mai niente, in altre parole, uno dei punti programmatici del partito della Rivoluzione è l’apertura delle scuole dalle ore 10 della mattina in poi.
Si vogliono riportare queste affermazioni, per far capire come, a volte, il potere della comunicazione e del consenso ad esso indotto, possa mettere in discussione consuetudini decennali, per non dire secolari, nel settore della didattica disciplinare e dell’organizzazione amministrativa nel mondo della scuola.
Forse attraverso un’azione di marketing ben studiata a tavolino, si cerca di ammaliare, tra gli altri, anche i numerosi studenti maggiorenni che la mattina hanno la consuetudine nel fare ritardo, per trasformarli nei primi sostenitori di una scuola dall’orario innovativo.
Insomma, per il partito della rivoluzione più sonno per tutti, sin dalla tenera età, anche quella degli studenti frequentanti la scuola primaria ( futuro serbatoio della politica dal facile consenso ). Sarà una soluzione valida per far uscire l’Italia dalla crisi? Chi vivrà vedrà, o meglio chi si sveglierà in tempo vedrà, con buona pace per tutti gli insegnanti che ancora credono in un possibile riscatto culturale della scuola e dell’istruzione pubblica.
Questioni di legislazione scolastica creativa.
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