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La Scuola e il teatro nel dialogo educativo

L’apertura della scuola ai molteplici linguaggi espressivi, che investono la società e sollecitano nuovi vocabolari di comunicazione, trova nel teatro una palestra di abilità ed una ricchezza interdisciplinare di grande spessore educativo.
Attraverso il teatro gli studenti acquisiscono e mettono in atto le competenze comunicative, espressive, relazionali; sviluppano le molteplici dimensioni della fantasia, della creatività, dell’inventiva e mettono in atto una ricchezza di operatività che coinvolge i diversi ambiti disciplinari.
Ottima dimostrazione è stata presentata al Teatro “Don Bosco” di Catania dagli alunni del quarto ginnasio e della prima classe di liceo scientifico, con la guida ed esperta regia della prof.ssa Letizia La Carrubba.
Con ammirevole professionalità, pur essendo la prima volta che salivano su un palcoscenico, i ragazzi del “Don Bosco” hanno messo in scena la commedia di Oscar Wilde “Il ventaglio di Lady Windermere”.
I giovani attori, Maria Chiara Adernò nel ruolo di Lady Windermere , Alessandro Calaciura, il marito, Ferdinando D’Urso, Lord Darlington, il corteggiatore, Dony Sapienza, Msr Erlynne , la madre, e poi ancora Francesca Auteri, Noemi Tomaselli, Ilenia Vizzini, Claudia Galati, Miriam Greco, Antonio Geraci, Andrea Accetta, Basilio Corona, Gabriele Orlando, nei ruoli di contesse e dame, cavalieri e spensierati amanti, hanno reso viva la scena, captando l’attenzione del pubblico che ha molto apprezzato le performance di recitazione.
L’attività teatrale, intesa e vissuta come “lezione” favorisce l’apprendimento di nuovi e specifici contenuti disciplinari, e attraverso lo studio guidato, s’impara, si comunica, si comprendono ed interpretano testi, si rielaborano messaggi e nella rappresentazione finale si trasmettono e comunicano valori.
La cultura della famiglia, la fedeltà della coppia, l’intreccio tra semplicità, purezza e malizia, il pettegolezzo della vita mondana, la falsità e l’ipocrisia sono stati i messaggi-valori che l’attento pubblico ha carpito della gioiosa rappresentazione, ma ancor più ciò che gli stessi “attori” hanno interiorizzato come valori.

Giuseppe Adernò

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