Nell’articolo “Il problema dell’Italia è l’istruzione?” vi sono tre concetti che illustrano mirabilmente la causa della “ignoranza diffusa che serpeggia in Italia”:
1) assenza di meritocrazia. Sembra proprio che alcuni – sindacati ma anche singoli individui – siano allergici al concetto di merito e ogni volta che qualcuno timidamente osa riproporlo si mettono in allarme. Pare che qualcuno proprio non tolleri l’idea che ci possano essere insegnanti migliori di altri. Che sia un retaggio della nefasta filosofia di anni fa, secondo la quale sono tutti bravi, tutti capaci e tutti meritevoli allo stesso modo?
2) trattamento tendenzialmente egualitario degli studenti: questo punto per certi versi non è tanto dissimile dal punto 1): c’è chi crede che anche tutti gli studenti siano ugualmente bravi, capaci e meritevoli. Quindi tutti promossi…?
3) la scarsa disciplina impartita: finché la scuola non si (ri)darà e non applicherà regole rigorose, la qualità dell’istruzione non potrà migliorare. Nota esplicativa: il “ri” di “(ri)darà” serve per sottolineare che tanto tempo fa la scuola aveva regole rigorose e gli studenti erano mooolto più preparati di quelli di oggigiorno. Del resto finché nelle classi si farà il barbecue la qualità dell’istruzione resterà piuttosto bassina…
Personalmente non sono granché ottimista sul ritorno della scuola alle antiche glorie, anche perché sembra che alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica freghi ben poco. Salvo poi lamentarsi se il figlio o la figlia con tanto di diploma in questo o laurea in quest’altro non riesca a trovare una sistemazione decente (e a volte neanche una indecente).
Daniele Orla