In un articolo dal titolo “Per cambiare davvero ascoltiamo tutti. fuori dai soliti circoli“ Davide Faraone della segreteria nazionale Pd, responsabile welfare e scuola, scrive: “Non è un caso se la selezione del personale docente viene definita reclutamento. Si scelgono i docenti come se dovessero andare in guerra. Ed effettivamente, una volta entrati nel circuito da una delle tante – troppe – porte d’accesso, inizia la battaglia, su due fronti. Una guerra civile tra reclute selezionate nei modi più svariati e messe in competizione tra loro da una stratificazione di norme indegna di un Paese civile. E contestualmente una guerra contro una politica che sulla scuola ha spesso commesso errori, chiamandoli ‘riforme’. Come nel gioco dell’oca, ad ogni Ministro si ricominciava da capo, trasformando insegnanti e ragazzi in carne da macello”.
Sono usati in poche righe termini forti come guerra, guerra civile, battaglia e carne da macello. Consideriamo per un attimo quanto detto da Faraone come una realtà da cui prendere spunto per una semplice riflessione.
Se gli insegnanti, poveri soldatini di stagno, sono carne da macello, ovvero sacrificabili al nemico della scarsa considerazione sociale, allora i generali dovrebbero quanto meno munirli di armi efficienti. Armi che sparino nozioni e contenuti culturali a prova di bomba (tanto per rimanere nei termini di guerra).
Ma, probabilmente, i generali ascoltano poco chi strategicamente deve recitare la parte della carne da macello.
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