Home Archivio storico 1998-2013 Riforme La scuola e l’educazione nei programmi elettorali

La scuola e l’educazione nei programmi elettorali

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IL Forum delle Famiglie ha diffuso giovedì 21 febbraio un documento che è stato inviato ai candidati delle varie liste alla Presidenza del prossimo Consiglio dei Ministri. L’obbiettivo è cercare di confrontarsi con le diverse realtà politiche e conferire agli elettori anche la possibilità di valutare al meglio i programmi degli schieramenti in campo.
Al centro della Lettera del Forum quattro problemi di vitale importanza per il futuro del Paese, la famiglia, la vita umana, il fisco e l’educazione. “Il tema educativo –scrive il Forum- è decisivo per il futuro delle nuove generazioni; l’investimento nell’istruzione garantisce lo sviluppo e la competitività del Paese. L’educazione è compito primario e insostituibile delle figure genitoriali ma coinvolge la responsabilità delle altre agenzie educative, a partire dalla scuola in funzione sussidiaria alla famiglia. E’ decisivo quindi che la famiglia possa svolgere nella scuola il proprio originale ruolo di responsabilità educativa, contribuendo, in corresponsabilità con i docenti, a definire la costruzione di un vero patto educativo. L’autonomia delle istituzioni scolastiche (legge n. 5971997) va di pari passo con la realizzazione del sistema integrato (legge 62/ 2000)”.
“E’ necessario –si legge ancora nel documento delle associazioni familiari- definire e costruire con le Regioni percorsi di istruzione e di formazione professionale indispensabili per contrastare la dispersione scolastica e per allargare l’offerta formativa. E’ fondamentale garantire non solo l’autonomia costituzionale delle istituzioni scolastiche, ma anche il raggiungimento di un trattamento equipollente tra scuole statali e paritarie per consentire alle famiglie, indipendentemente dal reddito, una vera libertà di scelta educativa”.
Ma comunque già qualche ora prima della presentazione del Documento delle associazioni familiari, Walter Veltroni, candidato premier del Partito Democratico, aveva già inserito, il 16 febbraio scorso, tra i 12 punti del suo programma elettorale, il tema “Scuola, università e ricerca”, che posto all’ottava posizione, si articola in quattro proposizioni.
Prima. “Abbiamo bisogno di ‘campus’ scolastici e universitari. Abbiamo bisogno che per i ragazzi i luoghi di formazione non siano come una fabbrica o un ufficio, ma dei centri di vita e di formazione permanente. Ci sono risorse non solo per riqualificare le strutture esistenti, ma per farne i luoghi più belli e accoglienti del quartiere. Scuole aperte il pomeriggio, con architetture nuove, attrezzature di qualità, strumenti tecnologici e impianti sportivi. Cento ‘campus’, universitari e scolastici, dovranno essere pronti per il 2010. Questi saranno a tutti gli effetti delle centrali di sapere per le comunità locali, dei luoghi di formazione e di ‘internalizzazione’ per i nostri ragazzi”.
Seconda. “Tutti gli studenti delle scuole italiane saranno periodicamente sottoposti a test oggettivi, che serviranno alle famiglie per valutare la qualità dell’apprendimento dei ragazzi e della scuola che frequentano. Perché è sul talento e sul merito, che la società italiana dovrà contare. Perché il talento e il merito, se uniti alla costruzione di sistema di pari opportunità, sono il miglior propellente della crescita e della coesione sociale. E fatemi dire, a quarant’anni del ’68, che chi allora proponeva il ‘6 politico’ produceva un falso egualitarismo che perpetuava le divisioni sociali nelle classi esistenti”.
Terza. “Il terzo impegno riguarda gli insegnanti: noi investiremo sulla loro passione e la loro competenza, la vera risorsa di una scuola di qualità, avviando una vera e propria carriera professionale degli insegnanti che valorizzi, anche qui, il merito e l’impegno. Investire sulla professionalità docente significa ad esempio prevedere per gli insegnanti periodi sabbatici di aggiornamento intensivo, così come avviene per i professori universitari”.
Quarta. “Quanto alla ricerca, dobbiamo spingere le imprese a investire più risorse, concentrando solo sugli investimenti in ricerca e sviluppo i contributi a fondo perduto”.
Quattro proposizioni che tengono conto delle strutture scolastiche e universitarie, degli studenti e della valorizzazione del loro merito, della carriera professionale dei docenti, della ricerca nel suo rapporto con le imprese.