Home I lettori ci scrivono La scuola e la società italiana sono peggiorate? Chi ci guadagna?

La scuola e la società italiana sono peggiorate? Chi ci guadagna?

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Lo sanno e da anni (lo dicono) quasi tutti:

la Scuola italiana è peggiorata, è stata abbandonata; al pari della società che (la Scuola) dovrebbe “educare”.

A titolo di mero esempio, si “clicchino” i seguenti tre link :

https://www.tecnicadellascuola.it/4-genitori-5-la-scuola-peggiorata

https://www.tecnicadellascuola.it/la-scuola-primaria-dura-otto-anni

http://www.vita.it/it/article/2018/07/06/linvalsi-certifica-la-scuola-italiana-non-e-equa/147510/

Ma da chi e perché siamo stati (via via) e sempre di più abbandonati ? Chi ci ha guadagnato, e continua a guadagnarci ?

Nell’età feudale l’unica vera fonte di ricchezza era rappresentata dall’agricoltura, e poiché ogni feudo rappresentava una comunità chiusa e concentrata intorno al castello del signore, ciò dava origine ad un’economia detta “a circolo chiuso” .

Pochissimi erano “alfabetizzati”; o molto ricchi e/o “religiosi”.

La Scuola elementare italiana nasceva con la legge Casati, nel 1859, poi estesa al Regno d’Italia nel 1861; vi fu l’obbligo.

di frequenza delle prime tre classi e si prefiggeva di assicurare a tutti gli italiani le conoscenze elementari del “leggere, scrivere e far di conto”.

L’analfabetismo  nel 1861 investiva il 74% dei cittadini.

Poi venne la Scuola… quella della Costituzione (della Costituzione Repubblicana e anti-fascista), la Scuola media divenne unica, triennale, gratuita e obbligatoria con la fine della segregazione di classe iniziata col fascismo e lo sforzo più importante per la costruzione dell’ uguaglianza sociale.

Dopo alterne vicende  (più o meno “sessantottine” e/o positivistiche, ma “di marca” piuttosto “democristianiche”),

vennero gli anni 90 e fummo “calati” nel venticinquennio di  “discesa in Campo”  del Berlusconismo:

guai ai  c.d.  “comunisti”,  evviva il “Dio Danaro”, tutti ricchi, tutti famosi, tutti imprenditori, tutti Vip… il Paese dei balocchi!

Ed ecco “servita”  la  c.d.  “autonomia scolastica ”…  all’italiana!!

Tale autonomia obbliga le scuole a costruire la propria identità educativa e a darsi un regolamento nel quale indica la tipologia dei servizi erogati, sottoponendoli al giudizio di qualità dei cittadini: un supermercato dell’ educazione!

E’ chiara la provenienza economico-commerciale di questa struttura, che configura un problema di “colonizzazione aziendale” ai danni della Scuola; o almeno della Scuola istituita e delineata dalla vigente Costituzione.

La Scuola, i Docenti, e la Comunità educante perdono identità per colpa del sistema “aziendalistico colonizzante”.

Da allora in poi ogni c.d. “riforma” (la Moratti, la Gelmini, la “Buona” Scuola) ha realizzato soltanto:

tagli, perdita di diritti, liquidità delle “competenze”, il passaggio da una scuola reale ad una (parallela) società virtuale.

Dopo la seconda Guerra mondiale i PADRONI del MONDO erano le “sette sorelle del petrolio”,

al contempo ci padroneggiavano (pure) le Televisioni.

Da 10 anni ci padroneggiano (pure) i c.d. social, WhatsApp, Amazon, Samsung, etc. etc.

Cioè siamo “schiavizzati” (pure) da altri “padroni”!

Da circa 25 anni, all’opera di alfabetizzazione compiuta dalla Scuola italiana del dopoguerra, non vi è stato nessun intervento per riavvicinare la scuola alla Costituzione e per contrastare l’enorme piaga dell’ analfabetismo di ritorno:

cioè di quell’ analfabetismo provocato dal fatto che per stare sempre connessi, nessuno più legge testi “normali” .

Lo rileva (pure) la ricerca internazionale Piaac “Programme for the International Assessment of Adult Competencies”:

“… Sette italiani su dieci non capiscono bene l’italiano. Il 70 per cento della popolazione risulta al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura di un testo di media difficoltà. Soltanto meno di un terzo degli italiani è in grado di dimostrare, attraverso piccoli test linguistici e matematici, di capire effettivamente che cosa legge e di saper compiere un’operazione aritmetica elementare. Persiste, inoltre, un 5 per cento di analfabeti in senso stretto. Negli anni Cinquanta del secolo scorso l’analfabetismo in Italia toccava, addirittura, la quota del 30 per cento: nel Dopoguerra l’espansione senza precedenti dell’istruzione scolastica ha migliorato sensibilmente la situazione. In età adulta, d’altra parte, si deteriorano le competenze faticosamente costruite sui banchi di scuola :

leggere, scrivere e anche far di conto … ” . Cala il livello dei rendimenti scolastici, ma divampano i conflitti !!!

Non bisognerebbe mai dimenticare che la conoscenza della lingua madre è il fondamento per lo studio delle altre discipline scolastiche,

così come (tale Competenza) è alla base della capacità di districarsi nella società e di farsi valere nel mondo del Lavoro.

Invece, oggi, la lingua italiana (e la Scuola) subiscono una continua (e distruttiva) umiliazione da parte di una diffusa anglofilia, da una considerazione che (una Società consumistica) ha per i Docenti rasente allo “zero”,

nonchè da parte del c.d. mondo digitale, cioè della (perenne) iper-connessione… al mondo virtuale .

Persino la lettura è nettamente sacrificata a vantaggio della (dipendenza visiva e tecnologica),

con conseguenze a livello psichico e cognitivo che sono sotto gli occhi di tutti noi  (e scientificamente comprovati) .

A tal punto,  ecco chi ci guadagna:

pochissimi mega-ricchi,  ai danni di milioni di cittadini-lavoratori (e di alunni) .

Chi ci ha abbandonati? I sindacati? I Partiti? Ditemelo voi lettori !!!  

Vincenzo Rossi