I lettori ci scrivono

La scuola e l’applicazione delle norme: alcune riflessioni

Dico la mia su questo ‘si fa’, ‘non si fa’, ‘come si fa’. ‘ma le norme, le norme’.

E’ una mia semplice semplice.

Non ha senso applicare le norme del normale all’emergenza che stiamo vivendo. E quindi:

  • Noi ci aspettiamo, fortunati che siamo, lo stipendio ogni mese. Che arriva.
  • Noi abbiamo l’obbligo di corrispondere un servizio a fronte dello stipendio accreditato. Se non per vincoli etici e deontologici.
  • Il nostro servizio è quello di intrattenere i ragazzi, dar loro il senso che la nostra vita., la loro vita, continua, fornire loro strumenti, argomenti per interpretare la novità – e chi sa prenderli dalle sue materie, come tutti noi di certo sappiamo fare, troverà la cosa assolutamente naturale e di certo appagante.
  • Il nostro servizio è valutare il nostro e l’altrui lavoro. Abbiamo dentro di noi, se guardiamo bene, gli strumenti facili per adempiere a questo naturale obbligo. Senza GRIGLIE, senza URGENZE, senza RIUNIONI PRELIMINARI di concordia ommnium. Abbiamo una natura innata di valutatori, altrimenti non saremmo insegnanti.
  • Il nostro servizio è rappresentare il giudizio a studenti e famiglie, senza cavilli e formalità. I cavilli e le formalità sono del bel tempo passato, quello dove ognuno si annoiava grato, con norme tediose, eccepibili, contestabili, chiosabili, interpretabili pure ma rassicuranti, in quanto cogenti. Oggi ognuno si inventi la sua strada, purché strada ci sia. L’assegno mensile lo impone. Deontologia ed etica lo suggerirebbero.
  • Noi, povere ultime ruote del carro, non ci dobbiamo preoccupare, come mai abbiamo fatto, che i nostri giudizi abbiano o no valore legale. Possiamo preoccuparci degli atti della struttura che esiste sulla nostra testa. Ma lo trovo bizzarro e fuori luogo, in questa situazione. A meno che non si sia capito che questa è una situazione di Come ho già scritto in tempi lontani su non ricordo che chat wapp, “Fate in modo di avere elementi di valutazione, purchessia, per promuovere i nostri ragazzi. Che saranno comunque promossi”.

Dunque, per favore, passerò per individualista antisindacale, ma tenetemi fuori da cavilli che mi riempiono la mailbox.

Gianandrea Ghirri

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