Nella scuola pubblica dovrebbero insegnare i migliori maestri possibili come garanzia di qualità. La Costituzione prevede che al pubblico impiego si acceda tramite concorso per garantire il migliore servizio pubblico possibile. Paghiamo le tasse anche perché gli alunni possano crescere come cittadini attivi e responsabili, ma come faremo a garantire che gli insegnanti saranno degni del loro ruolo se non vengono selezionati?
Il Movimento Cinque Stelle si era proposto come il paladino della meritocrazia, invece ha promosso un emendamento che permette a chi fino a due anni fa faceva la pizzicagnola o la parrucchiera (lavori onorevoli in sé per sé) di improvvisarsi quali insegnanti. A questo punto le famiglie, che se lo potranno permettere, preferiranno mandare i propri figli nelle strutture private capaci di garantire un elevato standard d’istruzione. Purtroppo a rimetterci saranno i bambini che non potranno essere guidati da insegnanti debitamente selezionati e il divario tra le classi sociali si farà sempre più marcato. Questa sanatoria (perché non si può chiamare altrimenti un concorso non selettivo), scelta dalla maggioranza di governo, segna il confinamento della didattica e della pedagogia ai margini della scuola.
Oggi in piazza di Montecitorio ho visto qualcosa di incredibile: Pietro Lucisano con 150 laureati e studenti della facoltà di Scienze della Formazione Primaria, insieme a una rappresentanza delle Gae storiche e vincitrici di concorso, erano tutti in ginocchio per dimostrare una scuola prostrata da una politica che promette onestà e meritocrazia, ma che attua ingiuste sanatorie. Ho visto una mamma piangere perché non sa che insegnante incontrerà la sua bimba l’anno prossimo quando frequenterà la scuola primaria, mentre lei ha scelto di iscriversi a Scienze della Formazione Primaria per migliorare il nostro paese. Ho visto insegnanti esasperate: superate da chi ha ottenuto un posto in graduatoria ingiustamente solo tramite un ricorso. Ormai viene da chiedersi: cosa insegneranno agli studenti, forse che conviene farsi furbi per aggirare la legge o che la legge è uguale per tutti?
Probabilmente tutto questo l’ho visto solo io, perché la politica è cieca e sorda alla voce di una scuola che chiede insegnanti selezionati per il futuro del nostro paese.
Di fatto dal 1998 è necessaria la laurea per insegnare anche nelle scuole dell’infanzia e primaria, ma in Italia si assumono ancora insegnanti con il solo diploma magistrale! Inoltre hanno stabilito che il precariato è da considerarsi tale solo per coloro che hanno i requisiti per entrare in graduatoria per ottenere il ruolo, come le nostre vecchie maestre che avevano superato un concorso.
Oggi è più spendibile un diploma magistrale obsoleto piuttosto che una laurea in Formazione Primaria, che invece garantisce il precariato a vita!
Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento
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