Nonostante il cambio del ministro, la Scuola è sempre marginale se non assente da dibattito politico.
Nell’agenda governativa non è emersa l’esigenza di fare del rilancio della Scuola la Grande Opera di cui si parla. Tra TAV, TAP, TRIV, Rai, migranti ecc., non mi sembra di vedere nelle nuove maestranza governative e ministeriali grandi possibilità di cambiamento, ne le fonti di informazione televisive e dei giornali sembrano interessate al tema Scuola.
Sul versante didattico poi non ne parliamo, trattasi di tematiche semplicemente non incluse nel contratto di Governo o non pervenute.
La situazione è molto chiara e la linea direttrice su cui muoversi altrettanto: il governo lanci il Cantiere Scuola Italia, un grande programma di recupero di tutte le Scuole Italiane; edifici fatiscenti, strutture sportive e didattiche da recuperare e ripensare.
Il cantiere metterebbe in moto delle politiche virtuose che rilancerebbero l’economia e la Scuola sarebbe la grande beneficiaria, cioè i giovani che nella scuola passano gli anni più belli e importanti della loro vita. Un programma di scuole accoglienti con grandi vetrate che proiettino nel mondo esterno; laboratori che supportino e facilitino il processo di apprendimento e l’attività di insegnamento; creiamo ostelli e mense che diano il senso della comunità e spazi fisici di discussione dove i ragazzi si incontrino e si confrontino.
Infine ridiamo dignità al corpo insegnante, dal punto di vista economico e del prestigio sociale (lo chiede l’Europa); ridiamo dignità alle discipline ripristinando le sperimentazioni Brocca sia nei licei che nei tecnici lasciando da parte furbate sciagurate, vera trappola per la formazione quali i licei quadriennali (unico obiettivo ridurre le spese e semplice inconsistenza di motivazioni didattiche).
Se poi si dà un’occhiata agli ultimi testi scolastici proposti nelle varie discipline, ci si renderà conto che i contenuti sono vergognosi e ridicoli; è questo è il risultato di scandalose e irresponsabili scelte politiche che risponde alla logica di depotenziamento dell’istruzione.
Infine mi chiedo se è eccessivo chiedere che le politiche scolastiche (di cui ancora non si vede traccia) siano supportate da un vero dialogo con insegnanti e famiglie.
Negli anni passati abbiamo assistito ad atti di pura arroganza da parte dei governi, atti che hanno portato alla ulteriore umiliazione di chi nella scuola opera e vive (insegnanti, maestranze e studenti) ed un impoverimento culturale e strutturale dell’Istituzione Scolastica.
L’Europa ci chiede di aumentare gli investimenti per la scuola, facciamolo, vero Signori Politici.
Rendiamo realtà ciò che è tale nelle grandi democrazie dove la scuola è il motore della crescita della società (soprattutto dei ragazzi) e della convivenza civile.
Giampaolo Bullegas
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