Attualità

La scuola entra nel futuro: via libri di testo e compiti a casa. I docenti: “Così torniamo ad essere perni educativi”

La scuola è tristemente nota, da alcune settimane, per aggressioni ai docenti o episodi di bullismo. Non solo: anche la vicenda dei diplomati magistrale, mette a serio rischio posti di lavoro.

La scuola, però, è anche un esempio positivo.

Uno di questi proviene da un gruppo di insegnanti della scuola primaria Giusti di Ponsacco in provincia di Pisa.

La loro esperienza va controcorrente rispetto agli ultimi gravi episodi violenti. Una storia positiva di buona pratica didattica e anche di collaborazione tra scuola e famiglia.

Da quest’anno scolastico, in alcune classi della scuola primaria, è partito un progetto metodologico e didattico dal titolo STILE LIB[e]RO- innovative learning che prevede di creare un nuovo modo di stare in classe.

Scompaiono i tradizionali libri di testo per imparare ad usare più libri, scompaiono anche i compiti a casa se non sotto forma di approfondimento del lavoro che sarà poi svolto in aula.

Una biblioteca scientifica di classe con tanti libri e sul banco il tablet come sussidio e sostegno all’apprendimento ercando le informazioni di cui hanno bisogno sui testi a disposizione in classe e anche su internet attraverso un ambiente protetto e certificato, controllato dal docente.

A La Tecnica della Scuola, interviene una delle responsabili del progetto, Monica Delli Iaconi: “Da quest’anno scolastico abbiamo deciso di adottare questo metodo di apprendimento, che non è rigido, ma aperto, condivisibile, esportabile, nei nostri progetti futuri, fino alla terza media. La scrittura e la lettura sono potenziati e il sapere non è più spezzettamento e reso più povero”.

OBIETTIVI –  Uno dei principali obiettivi è quello di stimolare e potenziare nei bambini il desiderio innato di conoscenza, soddisfare le proprie curiosità intellettuali attraverso l’esperienza diretta di lettura, ricerca e scoperta ma anche di saper selezionare le informazioni utili: “Sì, i nostri obiettivi comprendono anche l’inclusione, l’educazione trasversale, una maggiore convivenza civile e una maggiore consapevolezza digitale. Il tablet, usato a gruppi di 4 alunni, non è in sostituzione dei libri, ma è ausilio attivo dell’apprendimento. Uso critico, dunque, degli apparecchi informatici e dei social”.

PERNO DELLA SCUOLA “Anche i docenti si sentono maggiormente motivati, ritornano ad essere al centro della scuola. Più coinvolti, più consapevoli di avere una forte dignità professionale. Un percorso nel quale ognuno ha da dare qualcosa agli altri e qualcosa da ricevere creando così un apprendimento paritario e realmente inclusivo e in grado di creare alunni competenti”.

SUPPORTO DELLE FAMIGLIE“L’aiuto delle famiglie è stato fondamentale. Hanno supportato l’iniziativa, hanno raccolto fondi, attivato una campagna di crowdfunding e hanno inoltre hanno coinvolto molte aziende della zona affinché facessero una donazione”, aggiunge Delli Iaconi.

Fare una scuola migliore, dunque, è possibile. Servono volontà, voglia di apprendere e mettersi in gioco.

Andrea Carlino

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