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La scuola giacobina privilegia i benestanti: con “La scuola a due velocità”, Jean-Paul Brighelli contesta l’idea di Scuola veicolata da Macron

Nel 2005 aveva realizzato un boom di vendite e di consensi con il suo saggio “La fabbrica del cretino”, in cui decretava il fallimento del sistema educativo e la sua morte programmata; oggi viene fuori con un altro saggio ugualmente dirompente e divisivo, “La scuola a due velocità”, in cui tenta di dimostrare che nulla è cambiato rispetto al passato e che ancora adesso esistono le scuole di serie A e quelle di serie B. Parliamo di Jean-Paul Brighelli, docente e saggista, da sempre apertamente schierato politicamente a sinistra e fiero oppositore di Emmanuel Macron, la cui ultima intervista al settimanale Le Point sulla sua idea di Scuola – pubblicata in questi giorni – sta facendo versare in Francia fiumi di inchiostro e di parole: espressioni come “l’autorità dei saperi e dei docenti”, le critiche nei confronti di un certo “pedagogismo contrario all’idea di trasmissione” rivelano un’idea conservatrice dell’istruzione che – secondo alcuni esperti in materia intervistati dal quotidiano Le Monde – rispolvera vecchi cliché sulla Scuola, utili per compiacere il suo elettorato di destra.

A sua volta intervistato da Le Point, Jean-Paul Brighelli spara a zero sul Presidente, accusandolo di essere indietro di vent’anni, di lanciare soltanto slogan: gli alunni che non padroneggiano bene la lingua francese, almeno il 20% del totale, non devono essere ammessi alla secondaria di primo grado, ha dichiarato Macron. Ma, ribatte Brighelli, negli istituti delle banlieue più degradate, il tasso di “quasi-analfabeti” supera il 40% e nonostante ciò si continua a invocare l’esigenza di una Scuola giacobina, centralizzata. 

Il saggista francese non è tenero con il Presidente, che sembra avere avocato a sé la competenza in materia scolastica: quarantacinque anni di esperienza – continua Brighelli – mi hanno permesso di certificare che non tutti i figli di ricchi sono intelligenti e non tutti i figli di poveri sono stupidi. Tuttavia il nostro sistema è congegnato in modo da favorire “i figli e le figlie di” – che possono contare su scuole esclusive e costosissime – e di abbandonare al loro destino tutti gli altri, privandosi delle enormi potenzialità dei ragazzi delle classi intermedie.

Ecco perché, a parere del noto saggista, occorrerebbero delle classi di livello affinché gli studenti progrediscano bene e colmino le proprie lacune. Il ruolo della Scuola è fare in modo che ciascuno raggiunga il massimo in base alle proprie capacità. Ora, prevedere degli obiettivi uguali per tutti, abbassandoli di continuo perché è evidente che non tutti potranno raggiungerli, è proprio l’esatto contrario di quella che dovrebbe essere la missione della Scuola. Le misure concrete proposte da Brighelli? Regionalizzare l’Istruzione, concedere libertà di scelta dei programmi alle singole istituzioni scolastiche, differenziare le classi e i budget di spesa..

Gabriele Ferrante

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