I lettori ci scrivono

La scuola, il pianeta della speranza

Carissimi Ragazzi,

dopo una lunga parentesi estiva è arrivata l’ora della prima campanella, del primo appello, delle prime corse nei cortili della scuola, del primo alfabeto delle relazioni, dei primi incontri-scontri, delle prime amicizie, dei nuovi e “vecchi” professori, delle annose criticità strutturali ed educative della scuola, ma è arrivato anche il momento di riprendere il viaggio educativo della vostra bella e preziosa vita scolastica.

Ad ogni primo giorno di scuola le attese e le speranze educative accendono in voi nuove luci sul vostro futuro e sul futuro del nostro paese. Poiché la condizione umana nazionale e ancor più mondiale sembra sgretolarsi in una completa frammentazione culturale e sociale ritengo che la scuola sia rimasta uno straordinario baluardo contro le ingiustizie, la solitudine, la povertà educativa, le fragilità umane, l’analfabetismo emotivo e culturale. La scuola con il suo esercito di insegnanti e di collaboratori del sociale mira a riaffermare la scelta di “stare accanto” a voi, molti dei quali si trovano in condizioni di disagio, insicurezza e fragilità. Voi giovani avete bisogno di essere ascoltati, capiti, accompagnati e aiutati a maturare la fiducia in voi stessi e a riscoprire gli ideali in cui credete. In una pseudo cultura che oscura le coscienze, che produce scarto, solitudine, insicurezza, violenza, pensate alle guerre sparse per il mondo, all’aggressività spiazzante delle baby gang, alla violenza domestica, al bullismo e il cyberbullismo, all’uso convulsivo di droghe e alcol che modificano il funzionamento biochimico e ne distorcono la realtà, voi cari ragazzi siete chiamati a crescere e a maturare nella responsabilità, nel dialogo, nella fiducia, nella bellezza, nel coraggio della verità, nella giustizia  e nell’ospitalità vicendevole.   

Oggi crescere nella responsabilità è una delle urgenze più sentite per dare senso, consistenza e identità alla vostra vita e contribuire alla vita sociale e culturale del nostro paese. Non possiamo e non potete arrendervi dinnanzi a questa “partita pedagogia” a cui siete chiamati anche voi alla co-eduazione e al co-protagonismo ognuno con ruoli e funzioni proprie e diverse. Insieme al mondo degli adulti dovete ridare senso alla vita e al futuro. Abbiamo bisogno di ritrovare un centro, una rete di certezze e di valori, in base ai quali imparare di nuovo cosa siano la bellezza, l’amore, la verità, la giustizia. Dalla qualità della vostra e nostra educazione dipenderà il nostro futuro per il raggiungimento del bene comune e della pace.

Ai vostri genitori, che amate più di ogni altra cosa al mondo, ricordo che i nostri figli non meritano che il mondo malato che stiamo lasciando loro sia aggravato da un debito educativo incapace di smascherare l’effimero, il vuoto e il nulla che si nasconde dietro al politeismo degli oggetti, della ricchezza, delle apparenze e della forza; ma insieme bisogna osare, rompere gli schemi, interrompere, per lasciare irrompere il nuovo di una immaginazione fervida, capace di ridare speranza nel cammino della vita dei nostri giovani. La società e la scuola hanno necessità vitale di persone che siano presenze responsabili, capaci di umanizzare gli spazi della convivenza civile, capaci di rifondare un’etica del legame e della cura, capaci di tenere sveglia la pazienza della ricerca e della domanda sul senso della vita e del mondo, capaci di giungere preparati al confronto con un mondo che a volte sembra essere privo di senso.

Buon viaggio in questo straordinario “pianeta” chiamata SCUOLA!

Giuseppe Cataudella

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