Se la Svizzera non vuole i frontalieri italiani, anche l’Inghilterra dopo Brexit, tira i remi in barca e pensa ai casi suoi e ai suoi abitanti. E infatti il ministro degli Interni britannico ha proposto di costringere le imprese a stilare una lista dei lavoratori stranieri per incoraggiare le aziende ad investire di più nel personale nato e cresciuto nel Regno Unito. Ma non solo, scrive Il Giornale, il ministero dell’Istruzione ha inserito nel modulo di iscrizione alla scuola elementare l’obbligo di specificare se il bambino è di origine italiana, siciliana o napoletana, come se non fossero tutti di nazionalità italiana .
“All’inizio pensavo fosse uno scherzo, di quelle bufale che si trovano su internet, ma poi per capire meglio ho chiamato una mia cara amica e mi ha confermato tutto”. Michele La Motta, docente che da venticinque anni insegna italiano e spagnolo a Cambridge, non è stato l’unico a rimanere allibito dinnanzi alle richieste del modulo di iscrizione.
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Gli italiani sono stati infatti divisi tra “italiani, napoletani e siciliani”. “Al posto di ‘bianco europeo’ – continua La Motta – sono state aggiunte diverse opzioni”. E quando si arriva all’Italia compaiono: “Italian (any others), Italian (Napoletan), Italian (Sicilian)”.
Lo scandalo dei moduli di iscrizione inglesi è stato confermato da molti italiani che vivono in Inghilterra. “Mi hanno spiegato che è una forma di sondaggio voluto proprio per evitare che vi siano discriminazioni – spiega al Messaggero Matteo Cededdu, giovane fisico che ora lavora all’Istituto nazionale di astrofisica di Cagliari – le istituzioni inglesi sono obbligate a farlo e i dati vengono utilizzati da un ente esterno che verifica che statisticamente non sia stato rifiutato nessuno per la sua etnia”.
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