La scuola italiana fa schifo? Forse. Ma che lo sbandieri uno studente sulla propria maglietta il giorno degli esami di stato, ha fatto convergere su di lui l’attenzione del mondo intero. Una sorta di scoop mediatico nel quale tutti i giornali sono entrati, commentando o deridendo o assolvendo, ma riportando pure foto e nome del giovane garibaldino.
Certo, è facile dirlo, come lo disse Totò Cuffaro a proposito della mafia o Fantozzi a proposito del film, La corazzata Potëmkin, ma poi occorrerebbe spiegarlo nel dettaglio il motivo dello schifo.
Forse perché i genitori sono diventati i difensori armati dei ragazzi? O forse perché si imbrattano i muri delle aule impunemente? O forse perché si viene a scuola come per andare a mare? O forse perché ogni occasione è buona per occupare e fare scioperi? O forse ancora perché certe aule vengono regolarmente vandalizzate e derubate e i bulli la fanno da padrone? Ma ci potrebbe essere pure il fatto che se si lasciano andare un po’ le redini, gli alunni assaltano il prof, lo bullizzano, nessuno più studia, né fa i compiti e le lezioni si trasformano in farsa.
Tuttavia a lui è stato consentito di entrare regolarmente a scuola e fare esami: forse fa schifo anche per questo?
E infatti, se il presidente l’avesse bloccato, riscontrandone i termini del vilipendio a una Istituzione dello Stato nel momento culminante della sua funzione? Perché, una cosa è manifestare dissenso con un cartello nel corso di una protesta di piazza, altra cosa è presentarsi con quel cartello, la maglietta in questo caso, di fronte a dei commissari nominati dalla Stato che, in nome del Popolo italiano, amministrano la Legge.
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