Mentre in Ucraina un comico è giunto ai vertici del governo di quel Paese, in Italia i governanti anelano a diventare comici e ci riescono con ottimi risultati.
Infatti, mentre i docenti di Italia attendono il rinnovo di un contratto già scaduto nel dicembre 2021 e che, se mai verrà, non riuscirà a mettere in linea gli stipendi degli insegnanti italiani con quelli medi europei, né tantomeno con quelli della pubblica amministrazione di pari qualifica, il Governo, che secondo la Costituzione Italiana dovrebbe occuparsi solo degli affari correnti perché privo di fiducia, ha messo a segno la più ridicola e risibile riforma della scuola italiana in ambito di formazione.
In primo luogo ha creato una scuola di formazione nazionale, che si dovrebbe occupare di coordinare le offerte formative-didattiche per la scuola a livello nazionale. Per fare ciò sono stati scelti solo professori universitari di varie facoltà, che non hanno mai trascorso un minuto in una scuola e che di didattica e di gestione di gruppi di alunni in età scolare non sanno nulla se non, quando va bene, a livello teorico. In secondo luogo, per sovvenzionare tale scuola di formazione, il Governo ha preso i fondi tagliando l’importo della Carta del docente, usata dagli insegnanti per formarsi e per acquistare libri o supporti digitali utili alla didattica. Pertanto, il Governo riduce i fondi per la formazione ai docenti per farli formare meglio da chi di scuola non sa nulla. Ovviamente ci sarebbe solo da ridere, ma il senso del ridicolo del nostro ministro Bianchi e del Governo tutto non si ferma qui. Il vero colpo di genio, che non verrebbe neppure al più bravo dei comici, è la creazione del “docente esperto”.
Attenzione: che a seguito di un percorso formativo terminato con successo si possa ottenere una qualifica e un aumento di stipendio non sarebbe né strano né ridicolo, ma il nostro Governo, per competere meglio con i comici ce l’ha messa proprio tutta e non vi nascondo che a raccontare ciò che ha fatto mi viene davvero da ridere! La formazione in questione dovrà partire tra un anno e avrà durata complessiva di 9 anni (tre percorsi triennali non sovrapponibili). In pratica, mentre non si rinnova alcun contratto per una categoria che in 13 anni ha visto un solo rinnovo del 3,4% dello stipendio di fronte a un’inflazione di oltre il 20% dello stesso periodo, si pensa di far partire l’aumento per i docenti esperti solo tra 10 anni, e soprattutto per soli 8.000 insegnanti. In pratica, se tra gli oltre 800.000 docenti italiani, dovessero fare la formazione con successo la metà (400.000), la stragrande maggioranza non vedrebbe nessun aumento stipendiale nonostante l’impegno e l’attestato andato a buon fine!
Ho provato a raccontarlo ad alcuni miei colleghi finlandesi, che vengono comunque sempre pagati per la formazione, e vi giuro che non l’hanno capito. Del resto, chi di buon senso potrebbe capire un meccanismo simile?
Ai governanti che in Italia si improvvisano comici vorrei dire un’ultima cosa: Se i 792.000 docenti non esperti smetteranno di svolgere qualsiasi funzione non dovuta da contratto e rifiuteranno tutti gli incarichi aggiuntivi, le scuole potranno chiudere. Non si vuole proprio comprendere che la scuola è comunità e funziona solo a livello collegiale. Niente in contrario al fatto ovvio che chi svolge incarichi aggiuntivi prenda competenze accessorie per quelli, ma per il resto rimango basito, tanto più che oggi il Governo in carica dovrebbe occuparsi solo degli affari correnti e non stravolgere la scuola.
Dario Ferrigno