I lettori ci scrivono

La scuola italiana, una illogica mangiatoia che non fa l’interesse degli allievi

Sono docente ITP e da tre anni ho la fortuna di poter insegnare in scuole del nord Italia.
Ho lasciato la mia terra, il sud, la famiglia, tutto!! Per quel barlume di speranza, avere un po’ di dignità, un lavoro, un futuro migliore.
Non sono laureato, ma arrivo dal mondo del lavoro, anni e anni di esperienza diretta sul campo che mi hanno permesso di avere delle conoscenze non indifferenti in ambito informatico e un po’ tutto quello che riguarda il mondo della tecnologia, dell’elettrotecnica, dell’elettronica.
Venti anni di lavoro nei quali ho appreso tanto, che mi hanno formato, ma che giustamente secondo le regole della scuola, la burocrazia, non valgono nulla perché parte delle mie competenze non sono certificate, dimostrabili.
Dopo molti anni lontano dai banchi di scuola mi sono ritrovato nuovamente di fronte a quanto avevo studiato anni prima.
Nulla è praticamente cambiato in 20 anni!! La scuola e rimasta ferma!
Sarà forse colpa del fatto che la scuola, come accade un po’ ovunque in tutta Italia, fa parte di quel sistema farraginoso dove vengono messi nei piani più alti, vengono assegnate le posizioni migliori non a chi ha veramente competenze, capacità e soprattutto voglia di fare, ma chi è amico dell’amico, chi sa parlare, apparire bene. Sarà anche per la troppa burocrazia?
Non è di certo un pezzo di carta a decretare chi tu sia veramente, perché se poi non hai voglia di fare come si deve il tuo lavoro, per il bene della comunità, soprattutto per il bene degli allievi, ma pensi al tuo tornaconto personale, allora c’è poco da fare. Nonostante una bella laurea di cui vantarti sarai un danno per l’istituzione in cui ti troverai ad operare.
Mi dispiace dirlo ma da quel poco che ho potuto vedere in tre anni di insegnamento, ahimè la scuola e piena di persone cosi. Per carità ci sono anche persone, insegnanti meravigliosi, che fanno bene il loro lavoro, quello per il quale sono pagati e che pensano veramente a formare gli allievi, a trasmettere competenze utili e spendibili da quelli che saranno un domani dei futuri lavoratori.
Persone, docenti, da ammirare perché non amano minimamente fare, aderire a progetti inutili.
Si parla sempre di soldi che mancano alle scuole per farle funzionare meglio, per comprare attrezzature per i laboratori, per acquistare computer e quant’altro di utile alla didattica, ma poi si scopre che forse quella a mancare e la volontà di fare, di fare bene, la correttezza, la legalità.
Su quest’ultima parola, la legalità, ci potremmo scrivere un libro, quegli stessi insegnanti che parlano ai ragazzi di no alla mafia, di legalità, formazione, responsabilità e tanti altri bei discorsi per spiegare agli allievi che nella vita devono comportarsi bene, essere corretti, studiare, poi si scopre che sono i primi a fare gli interessi propri.
Bonus di merito, prove Invalsi e tante altre tipologie di progetti vari andrebbero eliminati all’istante perché servono solo a foraggiare una ristretta nicchia di persone che non fanno l’interesse dei ragazzi né tantomeno quelli della scuola, non portano nulla di concreto alla didattica, alla formazione.
Quest’ultime due parole, didattica e formazione, sono altre due parole molto care ad alcune persone che si muovono da anni nella scuola e che si riempiono spesso la bocca delle stesse salvo poi per contraddirsi con i fatti.
Tagliare tutte quelle iniziative inutili porterebbe le scuole ad avere le risorse per acquistare attrezzature, tenere dei corsi “seri” di aggiornamento soprattutto per i docenti che a loro volta trasmetterebbero meglio competenze utili agli allievi.
Non conosco i dettagli delle cifre ma per me tutto quello che si allontana dalla didattica, trasmettere competenze verso gli allievi, non va bene.
Quando si parla di innovazione, realizzare progetti innovativi sentirsi dire dai collegi più anziani: non si può fare dovremmo cambiare tutta la didattica. Per me significa che qualcosa è andato storto, che non funziona.
Quegli stessi docenti che poi pretendono dagli allievi, forse hanno paura di studiare, riprendere i libri in mano, rimettersi in gioco?
Pensassero più a stare in classe, nei laboratori, con i ragazzi invece di perdere tempo a portare avanti progetti inutili che servono solo a mettersi in tasca qualche manciata di euro.
Il modo come insegna la scuola dovrebbe cambiare, negli istituti tecnici bisognerebbe più fare pratica, imparare più sul campo con l’utilizzo di tecnologia attrezzature, i docenti dovrebbero essere preparati, informati all’uso delle stesse.
Un domani ad un’azienda interessa che un operaio, un impiegato, sappia fare bene il proprio lavoro, che sia competente, preparato. E di certo questo non lo si ottiene facendo corsi inutili, tenendo i ragazzi lontano dai banchi di scuola dai laboratori.
Una scuola che tarpa le ali alla curiosità degli allievi e alla loro voglia di fare sinceramente non mi piace, non potrà mai formare dei buoni lavoratori.
E si riparte!! Il 2020 e appena iniziato e purtroppo non sarò nuovamente con i miei ragazzi della scuola precedente, perché essendo un precario ogni anno non si sa dove andrò a finire, semmai lavorerò ancora.
Non so voi ma per questo 2020, in ambito lavorativo, ho in mente diversi buoni propositi che spero di riuscire a realizzare.
Fra questi chiedere attrezzature nuove nella scuola precedente nella quale ho insegnato l’anno scorso, potrei anche fregarmene visto che non sono più docente in quell’istituto ma lo faccio per i miei ragazzi affinché un domani fuori da scuola siano in grado di lavorare e bene.
Spero di riuscirci perché in fondo sono dei bravi ragazzi e se lo meritano.
Nel frattempo vedrò anche di partecipare al concorso per diventare docente. Dovrò rimettermi a studiare, ma spero di più che debba studiare quanto mi toccherà poi insegnare nelle classi ai miei allievi, perché il ruolo di un docente dovrebbe proprio essere quello, insegnare, preparare gli allievi non perdersi dietro ai meandri dell’infinita burocrazia scolastica che è solo un male o dietro agli infiniti progetti che servono solo per intascarsi qualche centinaio di euro in più.
Ho scritto tanto, perdonatemi!!
Auguro a tutti un buon anno scolastico con il miglior auspicio che questo 2020 possa essere proficuo per tutti voi, colleghi, per voi allievi/e per tutte le vostre famiglie.
Mi auguro che al più presto cambi qualcosa soprattutto che le risorse varie vengano spese bene per progetti concreti, solo così si potrà avere una scuola che funzioni e che prepari veramente i giovani al mondo del lavoro.

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