Detto così, sembra proprio un tema da selezione darwiniana, anche se credo che di fronte a tanto Zoo school almeno questo nostro caro evoluzionista sarebbe sceso in campo, oggi!
Un periodo ipotetico dell’irrealtà contro l’assurdo, che quotidianamente chi sa purtroppo vive: una sintassi onirica, potrebbe qualcuno chiosare, ma pur sempre una Grammatica, un sistema di Regole, per far decollare una Scuola che, da più parti, è sentita sempre più in decadenza.
La scuola è stata diminuita nella gestione politica del Paese, diventando l’anello più debole della nostra società: non ci si meravigli, pertanto, di tanto malessere sociale, dopo aver raschiato l’istituzione più nobile della nostra Costituzione.
Colpe e contrappassi di pagine politiche, senza aggiungere altro, acciderba! Eppure la Scuola costituisce il cittadino: la legalità, l’etica, l’identità civica, ad esempio, non sono trasversali ai saperi dei curricula? Evidentemente è ritenuto un assunto superato: basta tirar la carretta, moltiplicando per sottrazione meno cose e si va avanti.
Finzioni di una funzione, che tradotto nella letteratura domestica è una situazione kafkiana!
Minori responsabilità e obiettivi minimi di apprendimento prospettano un fare futuro sempre più riduttivo e superficiale: dalla Scuola alla Vita non si passa a un saper fare né tantomeno a un saper esserci.
Eppur non ci muove per fare correttivi, impaludandoci sempre di più.
Auspico una Scuola che sia ancora Istituzione, una buona educazione civica che accompagni seriamente fino alla maturità: ed in tutto ciò nessuno vieti al docente quell’Humanitas degna di tutte quelle relazioni profonde con cui ognuno di noi ama raccontarsi vita natural durante: Io ho avuto un caro maestro!
Le relazioni hanno un’algebra propria: docente per discente, l’uno per l’altro. La solidarietà non ha vincoli, sia chiaro! Farlo significa rendere dualistiche relazioni duali significative.
Francesco Polopoli