I motivi? La scuola – ha detto in sintesi il Ministro – sta attraversando un momento molto delicato e difficile a causa delle tante riforme sul tappeto (molte delle quali dovrebbero prendere il via proprio dal prossimo anno scolastico).
A questo si aggiunga anche il problema aperto nelle ultime settimane dalle nuove graduatorie permanenti che dovrebbero essere completate entro agosto ma che sembrano essere ancora in alto mare.
Le soluzioni?
De Mauro ha articolato il suo intervento su 8 punti: autonomia scolastica, riordino dei cicli, attuazione della legge di parità, lotta alla dispersione scolastica, educazione degli adulti, interventi diretti al personale, organici e contrattazione.
Per quanto riguarda l’autonomia la situazione non sembra per nulla rosea: intanto ci sono 4 regioni (Calabria, Campania, Puglia e Molise) che devono ancora definire il proprio piano di dimensionamento e questo potrebbe pregiudicare non poco l’avvio complessivo dell’operazione.
Ma il problema maggiore sembra essere soprattutto di natura finanziaria: per la sperimentazione dell’autonomia, finanziata dalla legge 440, le scuole potranno contare quest’anno solamente su 400 miliardi, una cifra largamente inferiore a quella degli anni precedenti.
"C’è il rischio – ha evidenziato il Ministro – di comprimere progetti assai bene avviati e di grande importanza, come quelli sulle lingue comunitarie e sulla educazione musicale".
E nel suo intervento il ministro non ha dimenticato i problemi del personale:
"Ricordo in proposito – ha sottolineato De Mauro – che deve essere ancora risolta la spinosa questione del salario accessorio agli insegnanti, che ha suscitato tanto clamore nella categoria e nell’opinione pubblica nei mesi scorsi. E’ impensabile che i fondi a suo tempo stanziati siano sottratti alla contrattazione integrativa, occorre anzi che ulteriori risorse siano reperite."
Le considerazioni del ministro si riferiscono peraltro a situazioni che gli addetti ai lavori ben conoscono e che già da tempo sono state segnalate anche in queste pagine.
C’è da augurarsi che a questo punto vengano prese sul serio anche dalla maggioranza di governo che – in ogni caso – si è mostrata preoccupata per la complessità dei problemi evidenziati dal Ministro.
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