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La scuola nel programma europeo del M5S: tra intelligenza artificiale e daspo virtuale, ecco tutti i punti

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È stata sottoposta ieri, 14 maggio 2024, al voto degli iscritti dai quali ha ottenuto quasi il 97 % dei consensi la proposta di Programma elettorale del M5S per le elezioni europee del prossimo giugno. Il testo è il risultato di un lavoro di squadra a cui hanno partecipato la delegazione M5S al Parlamento europeo, i Comitati tematici, i portavoce M5S in Parlamento e i Gruppi territoriali. 103 pagine articolate in 17 capitoli e 139 paragrafi, in cui si descrive un progetto politico condiviso in tema di pace, diritti umani, democrazia diretta, sviluppo ed economia sostenibili, riforma ai trattati europei, gestione dei flussi migratori, ma anche lotta alle disuguaglianze sociali, alla mafia, alle ecomafie, al terrorismo, alle frodi e alla corruzione e molte altre tematiche.
Alcuni capitoli riguardano specificamente la scuola e il settore dell’istruzione.

L’Intelligenza Artificiale al servizio della scuola

Nel capitolo 10, si parla di Intelligenza Artificiale al servizio delle persone, un tema che sta particolarmente a cuore al Movimento 5 Stelle, sul quale proprio in questi giorni è in atto una specifica consultazione pubblica. Nel programma per le elezioni europee, al suo rapporto con la scuola è dedicato il paragrafo 5. Qui si affronta il problema di come sfruttare le preziose risorse offerte dall’IA, una delle tecnologie più strategiche del nostro secolo, nella definizione del futuro della nostra scuola, anche attraverso la pianificazione di azioni di contrasto ai rischi di un suo utilizzo improprio. L’intelligenza artificiale viene promossa nell’ambito della Competenza digitale, quarta delle 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate nella Raccomandazione Europa del 22 maggio 2018, quale ”strumento di sviluppo per soluzioni educative innovative”, utile per  creare piattaforme di apprendimento personalizzato e strumenti di valutazione automatica; adatto a promuovere metodologie ”che consentano agli studenti l’acquisizione di nuove conoscenze e abilità “al fine di far proprie le competenze acquisite e utilizzarle nello studio e nello sviluppo personale”.  Nel paragrafo, si sollecitano inoltre finanziamenti europei a supporto della ricerca e dell’innovazione in settori educativi avanzati, sottolineando, tra l’altro, la necessità di potenziare il programma quadro europeo Horizon Europe, a sostegno, appunto, di progetti di ricerca avanzati, innovazione e sviluppo tecnologico. Si propone anche “l’attivazione di Poli formativi e tecnici nei vari Stati europei e la creazione di una piattaforma centralizzata con diramazione verso tutti gli Stati membri”.

Rafforzare l’identità europea con l’istruzione, la formazione e la cultura

Il capitolo 16 è invece dedicato al tema dell’istruzione come “chiave per il successo individuale e collettivo di una nazione”. Il suo titolo è Rafforzare l’identità europea con l’istruzione, la formazione e la cultura.

In questa sezione, si sottolinea innanzitutto la necessità, per una buona governance europea, di “equiparare il sistema dell’istruzione, generando scuole del futuro di alta qualità educativa”. Si chiede a tal fine una legge europea a tutela della ricerca e dei ricercatori, e di promuovere tra i cittadini europei l’integrazione con le altre culture, salvaguardando tuttavia nel contempo le specifiche identità culturali.

Il primo paragrafo propone di porre gli investimenti in istruzione, università e cultura “fuori dai vincoli di bilancio europei”, auspicando una maggiore flessibilità per gli investimenti in questi settori, fondamentale in particolare per il nostro paese, che si colloca tra le ultime posizioni nel panorama europeo. Nel secondo paragrafo, si tratta, invece, di edilizia scolastica sollecitando, per le cattive condizioni in cui versano le nostre scuole, “un intervento straordinario con fondi europei per migliorare gli edifici scolastici in termini di sicurezza ed efficienza energetica e per consentire ai nostri studenti di disporre di ambienti funzionali alle metodologie didattiche che favoriscano la cooperazione e la collaborazione degli studenti”. Nel paragrafo 3, si sostiene poi la necessità di potenziare il programma europeo Erasmus+ triplicando l’entità dei finanziamenti attualmente previsti, considerata la sua alta valenza formativa ai fini dell’acquisizione della consapevolezza dell’essere cittadini d’Europa e della promozione all’acquisizione della competenza nelle lingue straniere.

Argomento del quarto paragrafo è, invece, l’urgenza di creare un sistema automatico condiviso di riconoscimento dei titoli accademici e delle qualifiche professionali per agevolare la mobilità dei cittadini europei nei paesi membri, cosa che consentirebbe di velocizzare sensibilmente le procedure.

Nel paragrafo 7, infine, si affronta l’annosa questione dell’eccessivo numero di alunni che continua a caratterizzare le classi delle nostre scuole. In Italia, infatti si registra una media più elevata rispetto a diversi paesi europei, condizione che determina inevitabilmente svantaggio nei processi di insegnamento/apprendimento. L’obiettivo è, pertanto, quello di portare, in tutti i paesi membri dell’UE, la media ad un massimo di 18 alunni attraverso il finanziamento delle necessarie risorse.

Il Daspo virtuale

Non esplicitamente dedicato alla scuola, ma di rilievo in tema di problematiche inerenti il rapporto tra minori e supporti digitali è il paragrafo 10 del capitolo terzo, Prevenzione e contrasto del Cyberbullismo: introduzione del Daspo virtuale. La proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle è quella di intervenire a livello europeo sulla base di un approccio uniforme, attraverso una specifica disciplina condivisa da tutti i paesi membri. Un primo obiettivo sarebbe quello di sancire, in particolare, l’obbligo dell’age verification per l’accesso ai social e ad altre piattaforme. Ciò potrebbe essere realizzato attraverso “un’infrastruttura tecnica interoperabile e transfrontaliera” capace, pur nel rispetto della riservatezza dei dati, di rendere funzionali meccanismi di protezione dei minori sulla rete e meccanismi di consenso dei genitori. “A tal fine- si legge nel testo- sarebbe utile ed opportuno portare a termine in tutti i paesi membri il progetto 24 del cosiddetto ‘SPID europeo’, ovvero, l’uso dell’eID (Electronic identification) per verificare l’età”.

Secondo obiettivo presentato nel paragrafo è l’introduzione del Daspo, l’istituto utilizzato per gli eventi sportivi, anche nel mondo virtuale: lo stalking, il cyberbullismo o la promozione di condotte pericolose come le cosiddette ‘challenge’, ad esempio, potrebbero essere in questo modo tempestivamente inibiti attraverso il divieto di accesso ai social e alle piattaforme che diffondono contenuti audio e video a soggetti che si sono resi autori di comportamenti dannosi, violenti o pericolosi di questo tipo. Nella proposta, la durata del provvedimento di divieto dovrà essere commisurata “alla gravità della condotta e alla platea di utenti che l’autore è in grado di raggiungere”.

Scuola e flussi migratori

Nel capitolo 6, dedicato ai flussi migratori, infine, la scuola diviene tema cardine nell’obiettivo di conseguire un’inclusione sociale reale e sostenibile, quale luogo privilegiato in cui avviare progetti di accoglienza diffusa finanziati dall’Unione Europea: nel programma pentastellato, la proposta di attuare, a livello europeo, lo Ius Scholae, consentendo in questo modo ai minori stranieri di acquisire la cittadinanza in qualsiasi dei paesi membri a seguito del compimento di un ciclo di studi.