Non sempre la scuola riesce più a tenere lontano dalle proprie aule la criminalità giovanile. Dopo le denunce del 2010, riportate su questo sito internet, le cronache italiane continuano a riempirsi di incredibili episodi che avvengono nei locali scolastici. E in diversi casi le vittime sono gli insegnanti. All’interno di questo deplorevole quadro, fa sicuramente effetto la spedizione punitiva che si è svolta in una scuola di Montesarchio, nel Beneventano, dove il 7 febbraio un professore della succursale dell`Istituto professionale ‘Aldo Moro’ è stato malmenato da due giovani del posto, pregiudicati, che hanno fatto irruzione in aula mentre stava insegnando e lo hanno preso a calci e pugni. Alla base del gesto dei due ragazzi un richiamo ritenuto troppo ‘energico’ da parte del docente: i due erano entrati nell’area della scuola e di lì a poco si erano messi a parlare, attraverso la finestra, con alcuni alunni di una classe, disturbando la lezione in corso: richiamati dall`insegnante, i due a quel punto sono entrati nell`aula e, davanti agli alunni, hanno aggredito il professore con calci e pugni, quindi sono fuggiti.
La vittima ha sporto denuncia ai carabinieri, poi si è recato in ospedale dove gli sono state riscontrate contusioni varie giudicate guaribili in 5 giorni. All’indomani dell’accaduto i carabinieri hanno denunciato alla Procura di Napoli due giovani (un 17enne e un 16enne), entrambi pregiudicati del posto, per lesioni personali ed uno studente 16enne, sempre del posto, per favoreggiamento personale. I militari hanno ricostruito l’accaduto sentendo alcuni alunni testimoni, quindi hanno identificato i due aggressori, che sono stati denunciati per lesioni personali. Nel corso degli accertamenti, uno degli studenti non ha voluto raccontare l’accaduto ed è stato così denunciato per il reato di favoreggiamento personale.
A Pescara, invece, i carabinieri hanno scoperto che un 32enne non si faceva scrupolo di rifornire anche a scuola, dove si recava per consegnarle l’eroina, la giovanissima fidanzata più giovane di lei di 14 anni. Decisivo, per smantellare lo spacciatori e la sua gang, è stato il papà della studentessa: si è allarmato dopo aver letto il diario della figlia che parlava di droga e di come se la procurava. Un diario che a quell’età avrebbe dovuto contenere i compiti per casa e i sogni della vita.