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La scuola non chiude. Ma Crisanti è scettico: “Lockdown a Natale”

Scuola chiusa per covid? No, grazie. E’ il refrain degli ultimi giorni che la Ministra Azzolina ha ripetuto più volte. Al momento, nonostante i contagi aumentino ogni giorno, le scuole restano luoghi sicuri complessivamente. Quello che preoccupa è ciò che accade fuori dalle scuole. E questo, preoccupa Andrea Crisanti, il microbiologo dell’Università di Padova che pronostica un Natale in lockdown, come ha dichiarato in un’intervista a La Stampa.

Ormai è tardi: il virus passerà dai giovani agli anziani

Adesso è tardi per il contact tracing, con questi numeri bisogna diminuire i contatti personali e passare a chiusure via via più estese”, ha detto il virologo che spiega: “il virus passerà inesorabilmente dai giovani agli anziani facendo salire i ricoveri. E purtroppo anche i decessi. Continuando così sarà lockdown a Natale“.

Crisanti aveva un piano di contrasto che, a suo modo di vedere, doveva essere attivato già in estate: “Con 40 milioni di investimento potremmo acquistare i macchinari capaci di processare più tamponi in meno tempo e con minor uso di reagenti, come abbiamo fatto a Padova. Il costo a regime sarebbe di due milioni al giorno. Con il modo che abbiamo oggi di eseguire i test stiamo spendendo di più”.

Avremmo dovuto varare un piano nazionale di sorveglianza con investimenti massicci per aumentare il numero dei tamponi – aggiunge Crisanti -. Quelli veri, non questi rapidi che hanno ancora una sensibilità bassa e non vanno bene in situazioni come quelle di una classe dove ci sia un positivo ed è necessario invece testare tutti con il tradizionale tampone molecolare. Quelli rapidi funzionano per gli screening, che sono un’altra cosa”.

C’è preoccupazione. Ma ancora la scuola resiste

Risulta evidente che, l’impennata di contagi delle ultime ore desta preoccupazione, come ha sottolineato lo stesso premier Giuseppe Conte. E la preoccupazione riguarda certo anche la scuola.

E’ già scattato il primo lockdown ad Arzano, in provincia di Napoli, con la conseguente chiusura delle scuole.

La speranza è che tali misure non debbano adottarsi pian piano in altre zone d’Italia per poi arrivare, secondo Crisanti, ad un lockdown totale a Natale.

Fabrizio De Angelis

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