La scuola non è una gara: si intitola così un importante convegno promosso dal Centro Psico-pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti in programma a Piacenza il prossimo 20 aprile.
Il convegno vedrà la presenza di ricercatori e studiosi di tutta Italia e sarà condotto da Daniele Novara, pedagogista e direttore del Centro che ha sede a Piacenza.
La scuola – spiegano gli organizzatori non può e non deve essere considerata competizione. Spesso l’approccio educativo è dominato da una mentalità competitiva che mette gli studenti uno contro l’altro, creando stress e tensioni. Invece, si dovrebbe adottare un approccio che valorizzi il progresso individuale e che permetta agli studenti di imparare e crescere senza sentirsi in competizione costante con i propri compagni di classe. La scuola dovrebbe quindi essere un ambiente in cui gli studenti si sentono incoraggiati a esplorare, a imparare dagli errori e a sviluppare le proprie abilità senza la pressione di essere i migliori rispetto agli altri.
Controllo e giudizio la fanno ancora da padroni con modalità di valutazione basate prevalentemente sui voti numerici, con un’idea di selezione che corrisponde spesso alla denuncia fatta dalla scuola di Barbiana ed è ben poco legata a fattori di merito in senso stretto.
Occorre anche uscire dall’equivoco della scuola come luogo in cui si registrano gli errori.
“La paura di sbagliare – spiegano i promotori dell’iniziativa – è da sempre la più grande incubatrice dell’errore e inibisce il desiderio dell’apprendimento e l’apprendimento stesso come fonte di piacere. Nella paura non ha mai imparato nessuno: si creano, piuttosto, blocchi emotivi che impediscono lo sviluppo delle straordinarie risorse personali di bambini e bambine, ragazzi e ragazze”.
Ecco perché è ora di dare una svolta, anzi – sostiene Novara con i suoi collaboratori – è scoccata l’ora di adeguare la scuola italiana alle migliori esperienze in Europa e nel mondo, per rispondere ai bisogni delle nuove generazioni ormai stanche di vivere situazioni inutilmente stressanti che impediscono l’apprendimento specialmente dal punto di vista emotivo.
D’altronde, abbiamo alle spalle grandi tradizioni come quella montessoriana e grandi figure come Mario Lodi, Alberto Manzi, Danilo Dolci, Lorenzo Milani, Gianni Rodari, che attendono che il loro contributo non resti nei libri di pedagogia ma si strutturi dentro a un vero cambiamento scolastico.
Il programma completo della manifestazione è disponibile nel sito web del Centro.
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