Sempre più di manica larga la scuola e sempre più propensa ad gonfiare le maglie dei suoi giudizi, anche a discapito di chi si impegna e vorrebbe essere premiato e riconosciuto. A parte le varie disposizioni ministeriali che nel corso degli anni hanno consentito promozioni largheggianti, c’è pure il timore da parte di molte scuole di perdere alunni e quindi di non potere formare le classi, favorendo così i privati che raccolgono a man bassa, come taluni i cartelloni pubblicitari annunciano, i respinti dell’istruzione pubblica.
In ogni caso, scrive anche Il Sole 24 Ore che si rifà numeri precisi, questo largheggiamento nelle promozioni è incominciato “nel 2013/2014, alle superiori, dove i promossi erano il 65,1% degli scrutinati. Cinque anni dopo si è saliti di 6 punti al 71,1%, mentre, nello stesso periodo, i bocciati sono scesi dal 9,8% al 7,4. Contemporaneamente, gli ammessi all’esame di terza media hanno raggiunto il 98,3%, alla maturità il 96 per cento. Quasi l’unanimità”, mentre “l’anno scorso la dispersione scolastica è tornata a salire dopo un decennio di calo continuo”.
Un problema dunque? Certamente, anche perché promozioni accomodate non fanno bene a nessuno e in primo luogo a chi le riceve, mentre deprime chi si impegna e lavora, perché alla fine lo scrutinio tutto livella e tutto pareggia.
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