Incidente sul lavoro all’Ipsia, dove un pannello di alluminio sganciatosi da una porta è caduto in testa ad un’insegnante. La donna è stata condotta d’urgenza al Pronto soccorso, dove le è stato diagnosticato un lieve trauma cranico.
L’infortunio ha destato allarme tra i professori, i quali hanno preso carta e penna per dar voce alla propria indignazione. Destinataria della lettera di protesta è la provincia di Catanzaro, che da anni promette di consegnare loro una nuova scuola, ma “nonostante le promesse e i proclami – si legge nella missiva – questa nuova sede non l’abbiamo ancora vista”.
Sull’Ipsia di Lamezia c’è grande attenzione anche da parte dei cittadini, che si chiedono quanto questa annosa vicenda edilizia stia costando alla collettività in termini di denaro pubblico.
Una vicenda che inizia nel 2007, quando nel piano degli interventi di edilizia scolastica della Provincia viene inserito anche l’istituto “Leonardo Da Vinci” di Lamezia Terme. L’opera di ampliamento dell’edificio scolastico, per un investimento di circa 650mila euro, viene intrapresa dall’Ente, con tanto di progettazione e appalto.
Durante la cerimonia di consegna dei lavori, il presidente Michele Traversa annunciava con soddisfazione il raggiungimento di un importante traguardo. Secondo le sue rosee previsioni, con la consegna dei lavori per l’Ipsia e con il successivo appalto per l’Istituto tecnico industriale il problema dell’edilizia scolastica a Lamezia poteva dirsi risolto. Il preside pro tempore, Franco Canino, spiegava perché era stato richiesto l’ampliamento. L’istituto, nato quarant’anni prima per contenere dieci classi, era arrivato invece a ospitarne trentadue. I docenti si erano perciò trovati a gestire problemi logistici e organizzativi, costretti a spostare i ragazzi tra aule e laboratori. Nel contratto si prevedevano nove mesi di tempo per la consegna dell’opera.
A distanza di otto anni, il personale dell’Ipsia ha visto avvicendarsi tre presidenti di provincia e cinque dirigenti scolastici, ma la nuova sede non si è ancora vista. Come non è mai stato realizzato neppure il progetto relativo all’Itis, ospitato da anni in una struttura di proprietà privata. C’è da dire, però, che nel tempo lo scenario si è modificato. La popolazione scolastica dell’Ipsia è andata diminuendo, tant’è che nel 2009 è avvenuto l’accorpamento tra Ipsia e Itis, da cui è nato l’IIS “Leonardo Da Vinci”. Allo stato attuale l’edificio in costruzione, se completato, potrebbe accogliere le classi di entrambi i plessi. Si risolverebbero così i patemi dei docenti del professionale e l’onere economico gravante sulla Provincia, che mensilmente paga per il fitto dell’Industriale un canone altissimo. “E’anche il caso di ricordare ai nostri amministratori – rivendica un docente – che sul territorio questa è l’unica scuola superiore che forma operatori specializzati nei settori elettrico, elettronico, meccanico e dell’artigianato”.
Tuttavia, l’agognato traguardo non viene mai raggiunto, anzi, col passare del tempo sembra finire nel dimenticatoio. Fin quando, il primo settembre 2014 non si insedia nell’ufficio di dirigenza dell’IIS la preside Patrizia Costanzo. Il nuovo dirigente scolastico prende a cuore la situazione edilizia dell’Ipsia, inserendola tra le sue priorità di intervento e, dopo una serie di contatti avuti con l’ente intermedio, comunica al personale l’imminente ripresa dei lavori.
“I lavori di ampliamento – dichiarava la Provincia – hanno subito un notevole ritardo dovuto ad eventi imprevisti di varia natura. Gli uffici stanno lavorando per accelerare la ripresa dei lavori. Il progetto prevede la dotazione aggiuntiva di 15 aule, che dovrebbe consentire l’abbattimento dell’ultimo canone di locazione di Lamezia” (cioè quello relativo all’Itis, ndr).
I docenti accolgono la notizia con sollievo, ma anche con sorpresa visto che “nelle precedenti uscite mediatiche del presidente Wanda Ferro sui futuri interventi di edilizia scolastica – riferisce un insegnante – non era mai stata menzionata l’Ipsia di Lamezia”.
Il proclama lanciato a settembre, alla vigilia delle elezioni a Palazzo di Vetro, si concludeva con la promessa che i lavori sarebbero stati ultimati in cinque mesi, cioè entro fine febbraio. A dicembre il personale della scuola si era rallegrato vedendo che i lavori procedevano, anche se a rilento. Ma al rientro dalle vacanze natalizie, constatava che il cantiere si era nuovamente arenato. Ad oggi, solo di tanto in tanto si vede traccia di lavori in corso.
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