Si è parlato del concorsone e della valutazione degli insegnanti, ma soprattutto di riforma dei cicli e di parità scolastica.
L’ex ministro D’Onofrio (CCD) non ha risparmiato critiche a Berlinguer: "Sulla riforma dei cicli questo governo si è trovato contro persino il maggior sindacato della scuola, la Cisl, e non si è fatto scrupolo di approvare la legge senza considerare non solo la minoranza ma neppure le diverse posizioni della stessa maggioranza".
"Niente affatto – ha replicato prontamente Berlinguer – la nostra prima proposta risale al 1996; la legge è stata approvata il 2 marzo del 2000: in mezzo ci sono stati 3 anni e mezzo di intenso lavoro parlamentare. E’ pretestuoso affermare che ci siamo comportati come carri-armati".
Resta il fatto che – forse – l’opinione pubblica non ha ben chiari gli obiettivi della riforma: secondo un sondaggio svolto mentre la trasmissione era in corso risulta che il 41 per cento degli intervistati si aspetta che il nuovo sistema scolastico aiuti i ragazzi a trovare lavoro con più facilità; il 32 per cento si aspetta invece insegnanti migliori.
Intanto il Ministro ha annunciato che una commissione di superesperti, coordinata da Umberto Eco, si sta già mettendo al lavoro per redigere un curricolo unitario della nuova scuola.
"Siamo preoccupati – hanno sottolineato insegnanti e capi di istituto presenti in sala – perché a partire dal settembre del 2001 dovremo iniziare a lavorare avendo ben chiari obiettivi e contenuti del curricolo della scuola riformata".
Ma Berlinguer ha fatto intendere che la scadenza del settembre 2001 potrebbe anche non essere rispettata: "Non ce lo ha ordinato il medico di partire in quella data; in ogni caso posso garantire che la riforma prenderà avvio solo dopo che saranno stati approvati i nuovi curricoli".
E ad Angelo Panebianco che esprimeva dubbi e perplessità sul nuovo assetto del ciclo di base, il Ministro ha risposto: "Un unico ciclo di base potrà servire non solo ad aiutare i ragazzi più deboli e quelli svantaggiati, ma anche a valorizzare i talenti".
Forse, alla fine della serata, ognuno è rimasto sulle proprie posizioni, ma almeno per un’ora e mezzo si è discusso di scuola: è poco, ma è anche meglio di niente.
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