La scuola per combattere le discriminazioni

“Nessuno dovrà più di dire mi vergogno di essere italiano”, questo l’appello di Chiara alla politica e alle istituzioni per aiutare i giovani a essere cittadini migliori e combattere ogni violenza e discriminazione.
Chiara è una delle studentesse del Liceo “Giordano Bruno” di Roma premiato durante la conferenza stampa di presentazione delle settimana contro la violenza. Insieme alla sua scuola sono stati premiati anche l’Istituto comprensivo “Amerigo Vespucci” di Vibo Marina e l’Istituto Comprensivo “Cangemi 1” di Boscoreale.
Alla presenza del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e del viceministro con delega alle Pari Opportunità Maria Cecilia Guerra, nell’aula magna del liceo “Giordano Bruno” i ragazzi hanno presentato ai loro coetanei e alle autorità presenti i progetti realizzati.
Tre buone pratiche scelte tra le tantissime attività che quotidianamente vengono fatte all’interno delle aule scolastiche, come ha ricordato lo stesso Ministro che ha sottolineato come la scuola svolga un ruolo fondamentale nell’inclusione e nell’integrazione.
Il Liceo romano ha presentato il video “Reverso” con il quale hanno affrontato il tema della violenza in particolare contro le donne e gli omosessuali. La scuola ha infatti partecipato al progetto “Laboratorio Rainbow” realizzato da Gay Center in collaborazione con l’UNAR e il dipartimento delle pari opportunità della presidenza del consiglio dei ministri con l’obiettivo di contrastare il bullismo e le discriminazioni verso le persone lesbiche, gay e trans.
L’Istituto Comprensivo “Amerigo Vespucci” di Vibo Marina ha invece realizzato la campagna
“Armonie di un amore urlato”. Partendo dalla storia della testimone di giustizia Lea Garofalo, i ragazzi hanno realizzato una sinfonia e proprio attraverso il linguaggio universale della musica hanno parlato di integrazione e contrasto alla criminalità organizzata.
“Educare alla parità” è invece il titolo del progetto dell’Istituto Comprensivo “Cangemi 1” di Boscoreale. Studenti e genitori hanno partecipato ad incontri dedicati all’approfondimento della condizione femminile nella storia ed è stato attivato uno sportello di ascolto aperto a tutti.
(Il resoconto lo fornisce l’agenzia Dire)

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