Ci saranno 300mila bimbi in meno nel 2023. Sarà l’effetto – riporta Il Messaggero – del drastico calo delle nascite iniziato in Italia nel 2008 e proseguito negli anni dieci. Non è una previsione, ma una proiezione sulle future iscrizioni scolastiche di tendenze demografiche già dimostrate. E sarà un serio problema visto che ci saranno difficoltà nella gestione del personale che potrebbe risultare in più rispetto a quello attuale. Se il trend negativo dovesse consolidarsi o addirittura peggiorare, allora il dato sarebbe ancora più preoccupante.
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Attualmente nella scuola primaria ci sono i ragazzi nati tra il 2006 il 2010 con l’eccezione di quelli che hanno anticipato l’accesso di qualche mese. Dopo il 2008, il contesto di recessione e il venir meno del contributo delle donne straniere e la maternità in età più matura, il numero dei nati è iniziato a scendere, precipitando sotto la soglia del mezzo milione l’anno e toccando nel 2016 (474mila neonati) il primato negativo dal 1860. Una riduzione del 18 per cento. La platea, dunque, si ridurrà e anche di molto.
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Applicando tutto questo alle attuali classi – si legge anche sul quotidiano romano – che oggi ospitano circa 19 alunni in media, da qui a sei anni ci sarebbe un calo di quasi l’11 per cento. E i docenti? Oggi il rapporto docente/alunno è di 1 a 10. Il futuro dipenderà molto dalle strategie del governo, dai pensionamenti e dai nuovi ingressi. Lo scenario, negli ultimi anni, è notevolmente cambiato ed è ora che si ponga un rimedio.
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