Bisogna far capire a tanti genitori che la scuola primaria non è una scuola dell’infanzia nella quale si introducono alcuni vaghi elementi di italiano e matematica per tenere tranquilli i bambini.
Valore dei contenuti, studio (quello vero “Leggi almeno venti volte e poi fatti interrogare dalla mamma o dal papà”), compiti per casa, verifiche, interrogazioni.
Quanti adulti dicono “una buona scuola elementare mi ha favorito tutto il percorso scolastico”?
Sembra un richiamo di altri tempi, è un richiamo alla modernità, a quell’80% di diplomati previsti per il 2020 e dal quale siamo ancora lontani.
E perché questo? Perché la scuola primaria è, più che la scuola del sapere, la scuola del “saper fare”, del darsi cioè strumenti adatti all’apprendimento: saper realizzare un’analisi grammaticale e logica, saper comprendere un testo, saper realizzare una linea del tempo, una mappa concettuale, una carta geografica, saper usare le proprietà delle operazioni, formulare ipotesi e verificarle in un esperimento scientifico, usare Word.
Dopodiché la scuola ha bisogno anche di edilizia e soffitti che non crollino, compresenza, attrezzature scientifiche e informatiche, riconoscimento economico del lavoro dei docenti.
Lorenzo Picunio
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