Nuovo intervento per il premier Conte che nella mattinata del 22 ottobre si è presentato alla Camera per la sua informativa sulle misure adottate per contrastare l’emergenza Covid-19. Il premier ha ribadito che la scuola resta in presenza.
“Le attività didattiche continueranno in presenza. Non possiamo permetterci che uno dei principali assi portanti del Paese, dove sono riposte le migliori garanzie di un futuro migliore, possa subire ulteriori compromissioni, ulteriori sacrifici. Lo dobbiamo all’impegno sin qui risposto dai nostri dirigenti scolastici, dai nostri docenti e dal personale Ata, che – pur in condizioni difficili – hanno garantito, nel periodo anche più duro, la continuità didattica, sperimentando nuove e talvolta inesplorate attività di insegnamento“, ha detto Giuseppe Conte che si concentra nel suo intervento sul ruolo fondamentale che rappresenta la scuola per le famiglie e soprattutto gli studenti: “Lo dobbiamo anche alle famiglie – prosegue il presidente del Consiglio – E lo dobbiamo, soprattutto, ai nostri ragazzi, che non possiamo lasciare privi del valore di un’esperienza irripetibile di formazione culturale e umana, che si realizza nella scuola, attraverso un’offerta didattica che presuppone e integra, quale tratto caratterizzante, la fondamentale ‘relazione interpersonale“.
Il presidente del Consiglio Conte poi si concentra su quanto previsto dal Dpcm del 18 ottobre proposito della flessibilità per le scuole superiori: “Solo per le scuole secondarie di secondo grado sono previste modalità ancora più flessibili di organizzazione dell’attività didattica – e la ministra Azzolina vigilerà perché questo avvenga – che contemplano ingressi degli studenti scaglionati, con possibilità di ricorrere anche ai turni pomeridiani“.
In verità sappiamo che negli ultimi giorni Piemonte, Lombardia e Lazio hanno già adottato misure restrittive e la modulazione della didattica a distanza fino al 50% del totale dell’attività didattica.
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