Lunedì 14 settembre le scuole riapriranno in molte regioni, ma non sarà il caos…nonostante l’improbabile gestione della crisi da parte del Ministero dell’Istruzione.
Gestione quantomeno caotica e su cui la maggioranza dovrà necessariamente avviare una riflessione politica appena le scuole torneranno a lavorare con un’accettabile regolarità.
Durante l’estate il Ministero dell’Istruzione più che sull’incremento d’organico docente necessario a diminuire il numero di alunni per classe e a risolvere il problema del precariato e della continuità didattica, si è impegnato nel trovare banchi mignon e realizzare graduatorie provinciali infarcite di errori (difficilmente rimediabili) ma volute con forza dai 5stelle che ne hanno anticipato la creazione per poter appuntare una medaglia al proprio petto.
Così le scuole riapriranno con decine di migliaia di cattedre scoperte, aule sovraffollate, con lo stesso numero di alunni e banchi più piccoli.
Tutto come prima, ma non peggio di prima poiché se è vero che il Ministero ha perseverato negli sbagli del passato e ne ha fatti di ulteriori, ancora una volta e ancora con maggior impegno il personale scolastico tutto ha cercato e cerca di porre rimedio agli altrui errori.
Docenti, Dirigenti Scolastici, personale ATA e collaboratori scolastici per l’intera estate hanno continuato a lavorare per rendere accettabile il rientro in aula dei nostri giovani.
I docenti già dalla fine di agosto sono stati impegnati in riunioni collegiali, corsi di formazione sul coronavirus e lezioni di recupero. I Dirigenti e i collaboratori scolastici hanno provveduto a sistemare, per quanto loro concesso dagli strumenti dispobili, le strutture scolastiche.
La riapertura ci sarà e con maggior sicurezza poichè 500.000 docenti (oltre il 70% del totale ma di fatto l’intero corpo docente con cattedra assegnata) si sono volontariamente presentati per fare i test sierologici.
Ingiusti sono allora i titoli allarmanti proposti in questi giorni dai mass media.
La scuola riapre ma non nel caos.
Grazie a coloro che nella scuola lavorano ma non di coloro che della scuola parlano.
Luca Fantò Responsabile nazionale scuola, università e ricerca Psi
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