Secondo un sondaggio nazionale del C.S. Mott Children’s Hospital, sulla salute dei bambini, presso l’Università del Michigan, solo il 38% dei genitori ripone fiducia nelle capacità della scuola di prendersi cura di uno studente con sospetto problema di salute mentale.
La maggior parte dei genitori (il 77%) sono sicuri che le scuole siano in grado di fornire un primo aiuto per problemi minori, come il sanguinamento ma sono meno sicuri della capacità di una scuola di rispondere prontamente a situazioni di salute più complesse, come ad esempio un attacco d’asma, crisi epilettiche o reazioni allergiche gravi.
L’incertezza più grande, precisa stateofmind.it, si ha sulla capacità di identificare e aiutare studenti con difficoltà e problemi nell’area della salute mentale.
I genitori degli studenti delle scuole secondarie sono dell’opinione che l’inserimento di uno psicologo scolastico sarebbe più adatto per affrontare e per assistere i ragazzi con problemi di salute mentale.
Circa 3 genitori su 5 ritengono che un’infermiera scolastica sia fondamentale in loco, presso la scuola materna 5 giorni alla settimana (mentre è dello stesso parere il 61% dei genitori delle elementari e il 57% dei genitori delle superiori).
Sarah Clark, la co-responsabile del sondaggio, dichiara che i genitori dei bambini con esigenze di salute particolari dovrebbero lavorare direttamente con il personale scolastico per comprendere la disponibilità in loco degli infermieri e garantire che il personale non medico sia disposto a gestire situazioni di salute urgenti che possono sorgere durante la giornata scolastica.
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