Colpisce, dalle pagine di un blog, l’invito postato in questi giorni, rivolto al premier Mario Draghi e al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, affinchè si rechino a conoscere da vicino la scuola serale.
Lo scrive Mariano Turigliatto, docente torinese, che si rivolge alle massime autorità, dicendo non so se il premier Mario Draghi o il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi abbiano mai visto dal vivo una scuola serale, gli adulti che la frequentano, gli insegnanti che ci lavorano, insomma il mondo che ruota intorno a questo angolo nascosto della scuola italiana. È un’esperienza che dovrebbero fare – il ministro Bianchi più che il premier, visto che è addirittura titolare della cattedra Unesco “Educazione crescita e uguaglianza” –, si accorgerebbero subito che differenza c’è fra addestramento, formazione professionale e istruzione. Forti di questa nuova consapevolezza, maturerebbero certamente una diversa visione del rapporto fra economia, politica e istruzione.
Il blog del docente torinese accende i riflettori sul segmento dell’istruzione serale, partendo dalla consapevolezza che la conoscenza è il fondamento principale della democrazia e per questo l’alfabetizzazione diventa un fattore di emancipazione. Infatti, negli ultimi cinquant’anni, la scuola serale ha funzionato come ascensore sociale collettivo proprio grazie al tempo pieno per le fasce più giovani e alle 150 ore, corsi destinati ai lavoratori che tornavano a scuola per ottenere la licenza media.
Questo, in circa 30 anni circa, ha determinato la scomparsa degli analfabeti, oggi il 4%, e il rilancio dei corsi serali delle scuole prevalentemente ad indirizzo tecnico. Nel frattempo, i flussi migratori hanno portato nuova linfa ai corsi serali, che in pochi anni sono diventati questa volta ascensore sociale per i migranti.
La scuola è tornata con gli immigrati strumento potente di integrazione, proponendo come poteva agli adulti modelli e saperi certamente utili a trovare lavoro, ma soprattutto a ottenere ascolto e cittadinanza, scrive ancora il docente piemontese.
Oggi le scuole serali, che davvero sono poco considerate e dai più sconosciute, anche quando sono nello stesso edificio scolastico, sono il luogo dove si combatte l’abbandono scolastico, di chi non ha finito gli studi prova a frequentare il serale per riscattare il fallimento, sono l’approdo di quegli adulti italiani, che avevano abbandonato gli studi e, che per questo forse, hanno perso il lavoro (poco qualificati) e sono soprattutto l’approdo per i tanti stranieri motivati, che nella proposta di istruzione gratuita (spesso sconosciuta nel loro paese d’origine), vengono a scuola, magari con una laurea alle spalle, che per mancati o incompleti accordi tra Stati non possono essere riconosciuti.
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