In Italia, secondo lo studio riportato da Ichino, il 48 per cento degli adolescenti svolgerà, al termine degli studi, una professione manuale, ma solo il 5 per cento dichiara di prevederlo oggi. Ciò significa che il 43 per cento dei nostri ragazzi sta studiando e acquisendo competenze per un mestiere che, domani, non farà mai.
Quello ricordato da Ichino è un dato che basta da solo a dimostrare il disallineamento che tuttora c’è in Italia tra domanda di lavoro e offerta formativa, oltreché il difetto, gravissimo, da parte degli enti preposti all’orientamento scolastico e professionale, nell’informare oggi gli alunni sulla situazione del mercato. Con lo spiacevole risultato che, una volta che i ragazzi avranno acquisito competenze destinate a rivelarsi inutili, a trovare lavoro saranno soltanto quelli che – almeno – possono fare affidamento su una rete amicale.
Tuttavia, viene specificato nell’articolo, i posti di lavoro non mancano affatto. Stando a quanto dichiarato dalla Cgia di Mestre, infatti, 42.250 posizioni sono rimaste scoperte: si tratta di 5 mila posti da commesso non coperti, 2.300 come cameriere, 1.800 tra parrucchieri ed estetiste, 1.400 tra informatici e telematici, 1.270 contabili, 1.250 elettricisti e altrettanti meccanici di auto, 1.100 tecnici della vendita e un migliaio ancora di idraulici e altrettanti baristi. Impieghi, appunto, per i quali non serve una laurea in lettere o in scienze politiche, ma un altro tipo di preparazione. E c’è anche chi vede numeri ancora più alti: è Unioncamere che parla di 117 mila «scoperture», così ripartite:
• 26% nell’industria (operai, macellai, tecnici informatici, ecc…)
• 16% nelle costruzioni (elettricisti, idraulici, posatori di materiali speciali)
• 14% nel commercio (shop manager, addetti vendite specializzati, informatici)
• 11% nell’alloggio e ristorazione (cuochi, servizi alberghieri, accoglienza e intrattenimento)
• 7% nella sanità (infermieri, ausiliari, specialisti nello smaltimento)
• 6% nel trasporto e logistica (esperti della conservazione degli alimenti, tecnici, marketing)
• 3% nell’informazione e comunicazioni (ingegneri, gestori web, grafici web, designer)
• 2% nel credito, finanza e assicurazioni (consulenti previdenziali, recupero crediti, promotori)
• 15% altro (falegnami, ebanisti, panificatori, meccanici, ecc…)
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