Ancora una film con la scuola a fare da sfondo. Stavolta si gira a Torino, nella sede del liceo Cavour (già scenario della fiction “Fuoriclasse”, con Luciana Littizzetto). Si tratta delle riprese, al via nei prossimi giorni, di “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, adattamento del romanzo d’esordio di Alessandro D’Avenia, diretto da Giacomo Campiotti. Protagonisti del film l’attore torinese Luca Argentero nel ruolo di un supplente, Filippo Scicchitano (già protagonista di “Scialla”) e Aurora Ruffino in quello di due studenti.
Divenuto un vero e proprio caso letterario dell’anno, “Bianca come il latte, rossa come il sangue” è la storia di Leo, un sedicenne come tanti che ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie protetta che speri si estingua definitivamente”. Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, Leo si prepara ad accoglierlo a modo suo. Ma questo giovane insegnante è diverso, una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c’è un nemico che lo atterrisce: il bianco.
E il bianco è anche l’assenza: tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l’ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Quando però scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
Divenuto un vero e proprio caso letterario dell’anno, “Bianca come il latte, rossa come il sangue” è la storia di Leo, un sedicenne come tanti che ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie protetta che speri si estingua definitivamente”. Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, Leo si prepara ad accoglierlo a modo suo. Ma questo giovane insegnante è diverso, una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c’è un nemico che lo atterrisce: il bianco.
E il bianco è anche l’assenza: tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l’ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Quando però scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.