Con lo scioglimento delle Camere e la decisione di andare al voto, la scuola è tornata uno degli argomenti preferiti dei politici. Uno dei più inclini a parlare dell’istruzione pubblica è il leader leghista Matteo Salvini.
Qualche giorno fa aveva detto che in una scuola “si fa l’appello per cognome, per non discriminare, perché magari a sette anni c’è qualche bambino che si sente fluido” e che “questo non è futuro ma una follia assoluta”. Sabato 30 luglio, Salvini ha annunciato un importante incontro a Firenze proprio sulla scuola.
Il numero uno del partito del Carroccio ha detto di avere “scelto Firenze per l’inizio di settembre dove faremo una grande iniziativa nazionale per la riapertura delle scuole invitando centinaia di studenti e di insegnanti perché Firenze e la Toscana non sono di proprietà di un partito, di una bandiera o di un colore”.
Il riferimento di Salvini è, evidentemente, alla supremazia storica del Centro-Sinistra nel territorio toscano.
Nel frattempo, anche altri schieramenti hanno messo la scuola tra gli argomenti preferti della campagna elettorale.
Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia, commenta, ad esempio, quanto “è successo a Calenda che, a furia di inseguire i titoli dei giornali, ha lanciato una proposta anacronistica, ovvero – sostiene la forzista – il ‘liceo obbligatorio’ per tutti, a prescindere da competenze, attitudini e progetti di vita”.
Secondo Mazzetti è “una proposta in controtendenza rispetto alle richieste del mercato e dell’Europa, che invece abbiamo assecondato con gli ultimi interventi del governo”.
E ancora: “La riforma della scuola in senso professionalizzate è una storica richiesta dei mondi produttivi – un passo avanti è stata l’istituzione degli ITS fortemente voluta da Forza Italia e da Valentina Aprea. Incredibile quindi come Calenda e chi lo segue voglia andare contro le imprese. Su questi, il Centrodestra ha le idee chiare a differenze di Calenda e Co: la scuola deve essere un trampolino per il mondo del lavoro, da attuare con riforme specifiche”.
Sul liceo obbligatorio auspicato da Calenda è intervenuta anche Valentina Aprea, pure lei di Forza Italia, grande sostenitrice della recentissima legge sugli ITS Academy, con parole di fuoco che sembrano indirizzate alle sue ex colleghe di partito, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna che da alcuni giorni hanno abbandonato la compagine politica guidata da Silvio Berlusconi proprio per trovare posto nella formazione politica di Calenda.
Nel difendere “l’Istruzione e Formazione Professionale delle Regioni”, oltre che quella Tecnica, Aprea ha tenuto a ricordare che “sono percorsi secondari e superiori, distinti, ma di pari dignità educativa, culturale e professionale” rispetto ai licei, “come ci raccomanda l’Europa e come si è iniziato a fare in Lombardia, e come Gelmini dovrebbe ricordare”, perché “garantiscono il pieno successo formativo ed una occupabilità al passo con i tempi”.
“Scuola, sanità, imprese e lavoro. Sono queste le priorità su cui siamo già al lavoro, tutte proposte serie e pratiche, sicuramente realizzabili”, ha invece detto Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia.
Poi ha aggiunto: “Il tempo prima delle elezioni è poco ma il Centrodestra ha già saputo dare risposte rapide ed essenziali, prima trovando l’accordo tra tutte le forze politiche che lo compongono, poi sulla leadership e la suddivisione dei collegi. Ora è il momento di concentrarci sul prossimo programma di governo e sulle urgenze, tra cui non possono mancare la famiglia e la crisi energetica”. E la scuola.
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