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La scuola torna in piazza, tre manifestazioni e un sit-in a Roma

Roma si prepara a ricevere altre manifestazioni legate alla scuola pubblica e ai tagli che il Governo gli sta riservando. Anche stavolta, soprattutto dopo che al fotofinish è arrivata la sospensione dello sciopero da parte di Cisl, Uil, Snals e Gilda, è probabile che l’attenzione pubblica si concentri sugli studenti. Già la vigilia della mobilitazione del 24 novembre non si parlava d’altro: del pericolo di incidenti creati da alcune frange studentesche più dedite alla violenza che alla libera espressione del pensiero.
Il risultato è che il centro storico di Roma sarà blindato; sia la mattina, quando a scendere in piazza saranno gli studenti universitari e medi che già hanno annunciato di voler andare a manifestare sotto “i palazzi del potere” e che non accetteranno ‘blocchi’ o limitazioni di sorta da parte delle forze dell’ordine; sia il pomeriggio, quando toccherà a Casapound Italia, per protestare “contro il governo dei banchieri e a difesa dello stato sociale, per dire ‘no’ a privatizzazioni, speculazione,azzeramento delle tutele per il lavoro, perdita della sovranità nazionale” (per gli organizzatori sono migliaia le adesioni con decine di pullman in arrivo da tutta Italia).
Per le forze dell’ordine è scattato lo stato d’allerta. “Si potrà manifestare il proprio dissenso, ci sarà comprensione e dialogo da parte nostra, ma è ovvio che i luoghi sacri della democrazia saranno inviolabili“, ha però avvertito il prefetto Giuseppe Pecoraro, per il quale in ogni caso “non ci sono segnali di una ‘regia'” per arrivare a scontri con le forze dell’ordine come è stato lo scorso 14 novembre.
Il prefetto ha voluto dire la sua anche sui giovani che scenderanno in piazza nella capitale. “Anche io ne ho fatte di manifestazioni, era per Praga libera. È passato tanto tempo e forse erano anche ideali più forti. Sono rimasto colpito – ha aggiunto – dalla presenza di ragazzi di 14-15 anni” al corteo di Roma della scorsa settimana, degenerato in scontri, “e ancora più dall’assenza delle famiglie. Una volta non era così, i genitori controllavano i figli”.
“Comunque vorrei capire anche io i motivi della protesta degli studenti. Più risorse che significa? Oggi non ce ne sono, allora mi devono dire dove tagliare: dal personale? Dai docenti? Dalle scuole? L’uno esclude l’altro. Oggi non si può avere tutto, di certo però – ha concluso Pecoraro – non si può tagliare sulla sicurezza, che è una priorità per tutti”.
Con i cortei si inizia alle 10, quando i Cobas si sono dati appuntamento a piazza della Repubblica per sfilare fino a piazza SS. Apostoli, contro “una politica scolastica che in continuità con quella dei precedenti ministri dell’Istruzione, vuole imporre una scuola-miseria fatta di tagli permanenti e finanziamenti ridicoli, e una scuola-quiz, basata sui grotteschi indovinelli dell’Invalsi come metro di valutazione per istituti, docenti e studenti”.
Sempre per le 10 si muoveranno gli studenti (universitari e medi), da Piramide direzione centro, dove al Colosseo si uniranno ai Cobas per marciare, hanno annunciato, fino a sotto il Parlamento. Un corteo non autorizzato, con un itinerario che non si conosce e che quindi potrebbe riservare scenari imprevisti. Le forze dell’ordine saranno schierate secondo il solito dispositivo a impedire l’accesso verso le sedi istituzionali. Il proposito dei ragazzi (ufficiale e non) è comunque quello di dare vita a una protesta pacifica, per non alimentare ulteriori tensioni dopo gli scontri del 14 novembre. Anche se poi la storia ha insegnato che basta poco per accendere gli animi dei più violenti.
Sempre la mattina, dalle 10 alle 14 è previsto un sit-in di docenti e precari davanti il Ministero dell’Istruzione, mentre dalle 9 la Flc-Cgil si ritroverà a piazza Farnese con una manifestazione stanziale nel giorno dello sciopero della scuola per denunciare tra l’altro che “il governo tace su precariato e piano di stabilizzazioni docenti e Ata, tagli agli organici, finanziamenti alla scuola pubblica, docenti inidonei e rinnovo del contratto bloccato da oltre tre anni”. Con il sindacato ci sarà l’Italia dei Valori, dopo che ieri le altre organizzazioni del comparto (Cisl, Uil, Sanls e Gilda) si sono sfilate sospendendo lo sciopero a seguito del passo in avanti fatto dal Governo per risolvere la questione del pagamento degli scatti di anzianità in busta paga.
Alessandro Giuliani

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