La scuola è stata la vera protagonista alla cerimonia d’apertura dell’anno sociale del Lions Club Catania Etna, tenutasi presso l’hotel Excelsior di Catania lo scorso 17 ottobre.
Durante il meeting, a cui ha partecipato un numeroso e qualificato pubblico, si è parlato della "Scuola verso la Riforma". Relatori la dott.ssa Daniela Girgenti, direttore del quindicinale di informazione scolastica La Tecnica della Scuola, e il direttore regionale per la Sicilia del Ministero dell’Istruzione, dott. Michele Calascibetta. Ad aprire i lavori e dare il saluto di benvenuto, è stato il presidente del Lions Catania Etna, ing. Luigi Asero, che ha sottolineato come "i meeting di quest’anno – ha detto – saranno rivolti, prevalentemente, alle problematiche sociali".
La scuola, dunque, protagonista, ma anche imputata, in un dibattito che ha coinvolto tutti i presenti. Ad "innescare" la miccia sugli spigolosi argomenti della scuola italiana è stata Daniela Girgenti. "La scuola italiana – ha sottolineato la giornalista esperta di scuola – da vent’anni vive uno stato di confusione che coinvolge tutti, dagli alunni ai dirigenti scolastici. La drammaticità dei problemi – ha continuato – si riflette poi nell’ambito familiare". A parlare per conto dello Stato, delle istituzioni, è stato Michele Calascibetta che ha spiegato come "l’autonomia è la risposta ad una scuola che non funziona. Ancora oggi in Sicilia – ha continuato – nella legislazione scolastica siciliana non esiste una norma che richiami al diritto allo studio". Il percorso dell’autonomia scolastica è lungo, parte dal 1989, con Galloni per poi approdare alla Bassanini 1 fino ad arrivare alla riforma Berlinguer e posizionare, questo era l’obiettivo iniziale, la scuola al centro, fuori dalla "schiavitù" della burocrazia.
Tanti argomenti sono venuti fuori, grazie anche agli interventi di esperti del settore: dal provveditore agli studi di Catania, Gaetano Ragunì, all’assessore per la Pubblica Istruzione del Comune di Catania, on. Fabio Fatuzzo, e dell’assessore provinciale, dott. Vincenzo Lo Presti. A seguito della parità scolastica e al conseguente rischio della nascita di possibili "diplomifici", il provveditore Ragunì ha dichiarato che è probabile una futura abolizione del valore legale del titolo di studio. Ma ciò che è venuto a galla, a volte in modo chiaro, a volte in modo larvato, è il rischio a cui va incontro la scuola italiana ispirandosi ai modelli della scuola americana. Per il direttore regionale Calascibetta "la scuola rischia di diventare discriminante" e questo è un argomento che deve essere affrontato con chiarezza per assicurare a tutti i cittadini parità di diritti. Secondo Fatuzzo "i docenti andrebbero pagati meglio, per evitare che la professione di docente diventi un lavoro di ripiego".
Insomma, docenti, genitori, alunni, istituzioni, tutti hanno avuto un riflettore acceso che ha messo a nudo le difficoltà, ma anche i pregi della scuola italiana che per la materna ed elementare occupa i primi posti nel mondo: in fondo la qualità di una società e di una nazione si vede dalla democrazia e dallo sviluppo che ha e ciò vuol dire che alla base c’è una scuola che, fra mille difficoltà, opera bene.