L’Assessore all’Istruzione della Provincia di Milano, il presidente del Centro per l’Innovazione e la sperimentazione educativa Milano e il presidente dell’Istituto IARD hanno recentemente presentato, La scuola vista dai protagonisti, il Rapporto 2006 sulla scuola secondaria superiore e la formazione professionale nella provincia di Milano.
La ricerca, promossa dal Cisem (Centro innovazione e sperimentazione Milano, Istituto di ricerca della Provincia di Milano e dell’Unione delle Province d’Italia)e realizzata con l’Istituto IARD, ha coinvolto 45 tra istituti superiori e centri di formazione professionale nella provincia di Milano.
Lo scopo è stato quello di “radiografare” lo stato del sistema scolastico provinciale a seguito dei profondi cambiamenti degli ultimi anni.
Il campione utilizzato comprendeva 3.800 studenti, più di 5.000 genitori e oltre 1.000 insegnanti.
Gli argomenti trattati sono stati: orientamento in entrata e in uscita, vissuto scolastico di studenti e insegnanti, rischio dispersione, studenti immigrati, qualità dell’insegnamento e riforma Moratti.
Il termine che ricorre maggiormente tra gli studenti e gli insegnanti coinvolti nella ricerca è “accogliente”. Con questo termine il 40% degli studenti e il 44% degli insegnanti descrive la propria scuola. Ad una certa distanza si colloca il termine “dinamica”. L’aggettivo che meno la descrive è, invece, “innovatrice”.
Fra gli aspetti più significativi messi in luce dall’indagine è l’importanza dell’orientamento che precede l’ingresso nella scuola media superiore: il giudizio conseguito alle scuole medie e il background culturale della famiglia d’origine pare condizionino in maniera decisiva la scelta degli studenti. Coloro, infatti, che ottengono una valutazione ottima tendono ad iscriversi ad un liceo (86%), contro un gruppo molto ridotto (11%) che si iscrive a istituti tecnici o scuole professionali (3%). Il giudizio sufficiente, di contro, porta gli studenti verso le scuole o gli istituti professionali (49%) e gli istituti tecnici (37%); solo il 14% decide per il liceo, che in nessun caso, però, è il classico. E ancora: circa 1 studente, figlio di un laureato, su 3 ottiene valutazioni ottime; probabilità che si abbassa a meno di 1 su 20 per gli studenti con un capofamiglia che non ha un titolo di studio superiore alla licenza elementare. Proporzioni invertite nel caso della valutazione sufficiente: questo risultato è conseguito da circa metà degli studenti provenienti da famiglie con minore livello di istruzione e da meno di un decimo dei figli di genitori laureati.
“Il quadro fornito dall’analisi è variegato e mescola elementi positivi a situazioni problematiche” ha dichiarato l’Assessore Barzaghi – nell’insieme i dati parlano comunque di una scuola “che tiene”, nonostante la scarsità delle risorse, grazie ai docenti, ma anche di una scuola che discrimina. L’obiettivo da perseguire è dunque quello di aumentare l’accoglienza e di abbattere la dispersione e l’abbandono che colpiscono particolarmente i ragazzi di una certa fascia sociale. La Provincia intende dunque far riferimento ai soggetti “protagonisti” della scuola per dare piena attuazione a quel diritto fondamentale sancito dalla Costituzione: il diritto all’istruzione ovvero una «scuola di qualità di tutti e per tutti»”.