Mi chiamo Elisabeth Di Giovanni e sono un’insegnante precaria con abilitazione SSIS nella classe A017 e specializzazione SOS nell’area AD03.
Già in passato ho scritto due volte, prima al ministro Moratti e poi al ministro Gelmini, per manifestare il disagio di lavorare come insegnante all’interno di un sistema in cui, non solo le regole, ma anche i principi e i valori che le ispirano, sono in continuo cambiamento, negandoci di fatto la possibilità di costruire qualsiasi piano professionale di medio periodo.
Sento di nuovo l’esigenza di esprimere la mancanza di logica che riscontro nella gestione della struttura politica ed amministrativa del sistema scuola.
Nel 2012 è stato bandito un concorso per docenti con lo scopo di rinnovare la classe insegnanti nelle scuole italiane; lo stesso prevedeva, per la regione Abruzzo, 6 posti nella classe di concorso A017 e 4 posti di sostegno nella scuola secondaria.
Rimango stupita del fatto che i responsabili regionali e territoriali non si siano allineati con quelli degli organi centrali in merito al fatto che ci fossero insegnanti A017 abilitati nel concorso del 1990 e non ancora di ruolo e diversi sovra numerari tra quelli di ruolo. Come conseguenza di questa omissione, dei 6 vincitori del concorso 2012 in economia aziendale, non ne è entrato alcuno in ruolo.
Con profondo senso di malessere, scarsa fiducia nei razionali del concorso, ma anche animata da molta forza di volontà e dalla consueta insicurezza nel pianificare il mio futuro professionale, mi sono rimboccata le maniche ed ho ricominciato a studiare alacremente.
Ho affrontato tutte le prove del concorso, concludendo con il 14° posto nella graduatoria A017 e con il 12° posto in quella del sostegno AD03, così come risulta dal sito www.abruzzo.istruzione.it con decreto di pubblicazione n. 7814 del 23/8/2013 per la classe di concorso A017 e decreto di pubblicazione n. 7744 del 29/8/2013 per l’area tecnica il quale include anche l’elenco di sostegno del concorso del 1999 nominato con la dicitura “elenco aggiuntivo”.
A febbraio 2014 il Miur, con nota del 06/02/2014 prot. n. 362, riporta in priorità l’elenco degli idonei del concorso bandito nel 1999, quando i principi di legge prevedono che:
gli idonei di un concorso più recente abbiano priorità su quelli di un concorso precedente;
i vincitori di concorso abbiano chiaramente priorità verso gli idonei.
In questo caso sembrerebbe che si è riusciti a violare entrambi i principi favorendo gli idonei del concorso del 1999 ai vincitori del 2012.
Gli stessi dirigenti provinciali sembra stiano temporeggiando sulle nomine degli appartenenti alle liste del 1999: immagino siano consapevoli dei ricorsi dall’esito scontato a cui andrebbe incontro un’operazione simile.
Vi prego per questo di cambiare direzione e portare avanti progetti coerenti e convincenti per gli anni futuri, progetti che permettano a noi insegnanti di trovare una dimensione ragionevole ed agli studenti di ricevere una formazione degna di un paese che ha la storia dell’Italia.
In questa direzione colgo l’occasione per farvi notare come i piani di studio ministeriali e i relativi programmi si stiano progressivamente allontanando dalle discipline economiche, proprio nel momento in cui il sistema paese sembra averne più bisogno, come dimostra l’enorme pressione mediatica sulla materia. Penso spesso a quanto gli studenti non possano essere in condizioni di interpretare le numerose informazioni di economia che scorrono sui diversi media, per la mancanza di quelle basi che solo la formazione scolastica può fornirgli. In continuità, invece, con scelte inopportune ed a basso contenuto strategico, le ore di economia politica ed economia aziendale si stanno progressivamente riducendo.
Per concludere ricordo, peraltro, che le discipline di economia politica, economia industriale, economia agraria, scienze delle finanze, marketing e comunicazione sono inspiegabilmente aperte ai laureati in altre discipline e non ai laureati in economia. Gli insegnanti di tali discipline, ovviamente, non possono avere gli strumenti e le motivazioni necessarie per insegnarle: scarsa quantità, ma anche scarsa qualità, proprio per non farci mancare niente!