La senatrice del Pd, avversaria di Renzi alle primarie per la segreteria del partito, ritiene che il maxiemendamento sia migliorativo in diversi punti e per questo merita l’approvazione. Per la verità, il messaggio sembra essere proprio una “excusatio non petita accusatio manifesta”.
Nella sua missiva agli insegnanti, la Puppato scrive che “si concordi o no con la riforma, non si possa davvero dire ancora che il Governo e il Parlamento siano stati sordi o impermeabili alle critiche o alle richieste/proposte che venivano e vengono dal mondo della scuola”.
Quindi secondo l’esponente veneta del Pd, ci sarebbe stato vero ascolto e confronto con il mondo della scuola, quindi la protesta degli insegnanti sarebbe ingiustificata se non addirittura strumentalizzata.
Inoltre, nella lettera si legge di uno straordinario ed enorme sforzo economico che il Paese si accinge a fare sulla scuola con un importo che si lega anche ai fondi previsti sull’edilizia scolastica, con deroghe al patto di stabilità e finanziamenti dirette alle strutture che molti comuni hanno già ricevuto.
La Puppato, che a quanto pare ha deciso di rompere i rapporti politici con il mondo della scuola, ha concluso il suo messaggio scrivendo: “il Governo ha dimostrato in questo delicatissimo settore, di saper ascoltare e anche cambiare, facendo sintesi e assumendosi l’onere di decidere, prendendosi ogni responsabilità, insieme al Parlamento, della via intrapresa per la scuola del futuro. Si tratta di un percorso di miglioramento del paese mai giunto a termine o definitivo, un vero work in progress da monitorare costantemente, che porteremo avanti con i correttivi e le migliorie che anche grazie a quanto ci giunge dal mondo della scuola, continueremo a proporre”.
Forse il Partito Democratico, e lo si comprende da questo messaggio, ha perso la percezione del mondo reale dei problemi, pensa di giustificare, con messaggi come questo, il sostegno a provvedimenti non accettati da tutto il mondo della scuola e dal mondo sindacale.
Tuttavia questo è la decisione maggioritaria del Partito democratico che approverà il DdL scuola, con buona pace di milioni di studenti, insegnanti e genitori e anche parte dei dirigenti scolastici, che ritengono questa una pessima riforma della scuola, regressiva e incostituzionale.