La presa di posizione della Cei contro la pronuncia della Cassazione sulle scuole, che rischiano ora di pagare l’Ici, era prevedibile. Non lo era, quella del Governo.
Che tramite il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, annuncia l’avvio di un “tavolo di confronto” per arrivare “a un definitivo chiarimento normativo”.
La sentenza della Suprema Corte, dice De Vincenti, “sul pagamento dell’Imu da parte delle organizzazioni non profit, previsto da una norma del Governi Monti, segnala una difficoltà interpretativa nel caso delle scuole paritarie: apriremo quindi un tavolo di confronto con le organizzazioni non profit, comprese quelle religiose, per arrivare a un definitivo chiarimento normativo a questo riguardo”.
Sulla questione è intervenuta il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, secondo la quale i giudici dicono che “c’è un trattamento diverso” tra scuole pubbliche e paritarie “perché sono istituzioni diverse”. “Penso che forse ci sia una riflessione da fare”, dice ricordando che in regioni come il Veneto, senza paritarie, Stato e Regioni “si troverebbero in enormi difficoltà economiche e strutturali”.
Della necessità di “avviare una riflessione seria su come non mortificare il ruolo che le scuole paritarie svolgono nel nostro sistema d’istruzione”, parla anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, secondo cui “non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Distinguiamo tra le scuole che offrono un servizio pubblico e quelle che hanno scopo di lucro e mettiamo le prime in condizione di operare. Dobbiamo farlo nell’interesse degli studenti”.
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Anche alcuni ex titolari dell’Istruzione hanno forti perplessità sul rendere esecutiva la sentenza della Cassazione. L’ex ministro Giuseppe Fioroni (Pd) ritiene che il pagamento Ici per le paritarie “senza scopo di lucro” abbia bisogno di “una risposta da parte di tutti, in primo luogo il presidente Renzi”.
Per un altro ex responsabile del Miur, Maria Stella Gelmini (Fi), l’Imu alle paritarie è “una paradosso”, perché si riconducono “nell’alveo delle attività commerciali per il solo fatto che gli alunni pagano una retta”.
Torna a parlare della sentenza, infine, intervistato da Corriere della Sera e Repubblica, il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino, che invita ad opporsi ad alcune lobby che vogliono imporre “il pensiero unico”. Per lobbisti, dice nell’intervista al quotidiano di via Solferino, spiega di riferirsi “a chi non vede l’ora di umiliare la Chiesa Cattolica. A chi con questo o quell’emendamento mette in discussione il lavoro di chi sta per strada, la fatica dei parroci, delle congregazioni e dei volontari”.
Il governo, continua il segretario Cei, “dovrebbe farsi sentire di più, non siano solo i cattolici a parlare. Dica con chiarezza se vuole favorire e promuovere la libertà di educazione, se ci tiene a dare alle famiglie la possibilità di scegliere la formazione per i propri figli. E agisca di conseguenza”.
Nell’intervista a Repubblica mons. Galantino sottolinea che “non sono le scuole paritarie a togliere soldi alle scuole pubbliche, anzi. La scuola paritaria sostiene lo Stato visto che fa risparmiare ogni anno 6 miliardi di euro a fronte dei 490 milioni di contributi assegnati”. Numeri veri, su cui il Governo non potrà non riflettere.
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