Home I lettori ci scrivono La “settimana corta” è illegale: un appello al Presidente Mattarella

La “settimana corta” è illegale: un appello al Presidente Mattarella

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Illustrissimo Signor Presidente Sergio Mattarella, sono Pasquale Violante, docente dell’I.I.S. “Antonio Pacinotti” di Scafati (SA).

Oltre che docente, sono padre di due ragazzi di 16 e 12 anni che frequentano rispettivamente la scuola secondaria di secondo grado e di primo grado.

Da quando mio figlio ha iniziato la scuola secondaria di primo grado, mi sto battendo contro la “settimana corta”, che prevede un orario scolastico articolato su cinque giorni settimanali, dal lunedì al venerdì, piuttosto che su sei giorni dal lunedì al sabato. La “settimana corta” non ha alcuna motivazione didattica, ma solo economica, perché consente di risparmiare sui costi del riscaldamento e del personale. Ho deciso di oppormi alla “settimana corta” perché è illegale, ma soprattutto perché ho potuto sperimentare quanto essa sia deleteria.

La mia iniziativa si è avviata il 19 luglio 2018 con una petizione indirizzata al ministro dell’Istruzione Bussetti intitolata “La settimana corta a scuola è illegale e dannosa per gli studenti”, che si può leggere digitando www.change.org/p/ministro-dell-istruzione-la-settimana-corta-a-scuola-è-illegale-e-dannosa-per-gli-studenti

Non avendo avuto alcuna risposta dal ministro Bussetti, il 16 luglio 2019 gli ho inviato un messaggio, avente per oggetto “Ricorso contro la settimana corta a scuola”. Nel messaggio ho dimostrato l’illegalità della “settimana corta”, ed ho chiesto al ministro di far tornare gli studenti a scuola il sabato.

Allo scadere dei trenta giorni, il ministro Bussetti non mi ha dato alcuna risposta, per cui il 16 agosto ho fatto una denuncia per omissione e rifiuto d’atti d’ufficio.

Il 2 settembre ho scritto alla DS della scuola di mio figlio, per chiederle di ritornare al sabato scolastico. Non ho avuto risposta, per cui il 2 ottobre l’ho denunciata.

Il 6 settembre ho scritto al Ministro dell’Istruzione Fioramonti, per chiedergli di ripristinare la legalità, facendo tornare gli studenti a scuola il sabato. Non mi ha risposto, per cui il 10 ottobre l’ho denunciato.

Il 7 ottobre ho inviato un ricorso al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, dott.ssa Luisa Franzese, chiedendole di intervenire presso tutte le scuole della Campania che hanno adottato la “settimana corta”, facendo tornare gli studenti a scuola il sabato. Non ho avuto risposta, per cui l’otto novembre ho denunciato anche lei.

Illustrissimo Signor Presidente, tutte le istituzioni scolastiche non mi rispondono perché i miei argomenti sull’illegalità della “settimana corta” non possono essere smentiti!

Infatti il combinato disposto dell’art. 5 DPR 275/1999 e dell’art. 74 d.lgs. 297/1994, non consente la “settimana corta”. Il silenzio del DPR 275/1999 sul numero minimo di giorni di lezione, implica che ogni scuola deve rispettare sia il monte ore annuale (art. 5 DPR 275/1999) che i 200 giorni (art. 74 d.lgs. 297/1994), in cui si esplica tale monte ore. Non si può affermare che basti rispettare solo il monte ore. La “settimana corta” non consente il numero minimo dei 200 giorni, arrivando solo a circa 170 giorni. E tutte le Regioni, nell’emanare il calendario scolastico regionale, fanno sempre riferimento al numero minimo di giorni (es. DGR Campania n. 176 del 24/04/2019).

Ma come è possibile che nessuna autorità (scolastica o giudiziaria) senta il dovere di intervenire contro una palese situazione di illegalità? Io non so più cosa fare per ottenere il rispetto della legalità e la tutela del benessere degli studenti. Non mi resta che fare appello a Lei ed alla Sua autorità morale.

La prego di intervenire affinché gli studenti possano tornare a scuola il sabato.

Lei ha più volte dimostrato di avere a cuore i giovani. La prego di non lasciar cadere l’appello di un padre e di un insegnante, non solo perché le istituzioni scolastiche non possono operare nell’illegalità, ma soprattutto per il bene dei nostri studenti, in particolare quelli con disturbi specifici di apprendimento, i più danneggiati dalla “settimana corta”, perché hanno bisogno di un ritmo meno stressante. La qualità della formazione incide sul progresso dell’umanità e sulla salute dei giovani. Anche una recente ricerca ha dimostrato che svegliarsi troppo presto (fare un’ora di lezione in più obbliga ad iniziare prima), compromette i risultati scolastici e la salute (https://www.corriere.it/scuola/secondaria/19_ottobre_28/scuola-campanella-suona-troppo-presto-aumenta-rischio-obesita-489a7dce-f89c-11e9-a461-c38380569c2d.shtml).

È inaccettabile che motivi economici abbiano la meglio sulla legalità e sul benessere degli studenti!

Le auguro di continuare a servire con amorevole dedizione il nostro Paese.

La saluto cordialmente.

Pasquale Violante