Secondo Globalist.it il tarlo che rode il governo sarebbe quello di tagliare i fondi alla scuola attraverso una serie di iniziative che apparentemente potrebbero non avare attinenza con l’istruzione e invece…
Fra queste, le proposte di molti Consigli d’Istituto che stanno introducendo la riduzione dell’orario scolastico su cinque giorni, dal lunedì al venerdì.
“E’ un vecchio pallino dei ceti più abbienti: avere i figli a casa il sabato. La settimana corta porterebbe i ragazzi dei licei a stare a scuola fino alle due e quelli dei professionali e tecnici fin oltre le tre. Siccome, anche in forza di precedenti tagli, molti ragazzi hanno la scuola distante da casa, l’agognato ritorno tra le mura domestiche in alcuni casi non si avrà prima delle quattro-quattro e mezza. A quell’ora e dopo il viaggio di ritorno a cui devi aggiungere l’alzataccia mattutina, la voglia di studiare dei ragazzi sarà senz’altro a mille. Tutte cose ovvie e ragionevoli che però, sulle prime, non vengono considerate proprio dai genitori tanto presi dal week end con i figlioli. A quanto risulta proprio i figlioli-studenti nella maggior parte dei casi si sono schierati contro questa misura. Ma i presidi la propongono e la ripropongono con una certa insistenza quasi ad insinuare il dubbio che la spinta venga dall’alto”.
Chi l’ha pensata e vuole che dilaghi a macchia d’olio ha semplicemente fatto due conti, secondo Golobalist.it: si risparmia sugli straordinari dei bidelli, si risparmia sui trasporti pubblici, sui riscaldamenti e sarà praticamente impossibile la ricca permanenza di corsi pomeridiani nelle scuole”.
E negli altri Paesi? In Francia le scuole sono state concepite con mense e luoghi ricreativi. Da noi, la maggior parte degli istituti apre in deroga alle leggi vigenti.
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