La Stampa racconta le preoccupazioni dei due cittadini, oggetto ormai di missive intimidatorie e minacciose, che però con la ex ministra non hanno nulla a che fare. L’unica cosa in comune con Elsa Fornero è il paese di origine, San Carlo Canavese. Tutte le lettere sono state raccolte e sequestrate dai carabinieri della Compagnia di Venaria che le hanno consegnate alla Procura.
Una balordaggine che però ha messo in moto l’attività investigativa per cercare di capire chi si nasconde dietro a questi messaggi dal sapore intimidatorio e recapitati naturalmente in forma anonima.
Alcuni scritti, come si può facilmente notare dai timbri postali, sono stati spediti dal milanese, altri sono stati direttamente infilati in buca da qualcuno.
“Una notte, ho sentito chiaramente il rumore del motore di una macchina sotto le finestre di casa. E poi ho trovato la solita lettera”, dice uno dei due Fornero, e poi incalza: “Adesso ho deciso di non aprirle nemmeno più, non si sa mai. Le porto direttamente in caserma”.
Il più anziano dei due Fornero ha deciso che installerà anche delle telecamere: “È per tutelare ancora di più la mia famiglia”.
Commenta a sua volta l’ex ministra: “Mi dispiace per queste persone e capisco i loro timori: anch’io continuo a ricevere minacce. E questo è il segno di quanto io sia stata lasciata sola dopo quella riforma che era necessaria. Purtroppo ci sono persone ciniche che sfruttano il malcontento per soffiare sul fuoco”.