La sicurezza a scuola? Troppo spesso è ancora un miraggio
Le scuole italiane sono unite da una grave mancanza: l’insicurezza degli edifici, la mancanza di prevenzione ed in certi casi anche il degrado. L’ennesima denuncia arriva stavolta dalle colonne di un settimanale, “Gente”, che nel numero del 2 novembre riporta gli ultimi allarmanti dati sul monitoraggio dei nostri istituti realizzata dall’associazione per i diritti dei cittadini “Cittadinanza”. La particolarità del servizio è che non si ferma però ai freddi numeri, ma entra nel dettaglio riportando alcuni case history significativi. A Messina, ad esempio, la facciata dell’Istituto agrario Cuppari sembra quella di una casa abbandonata; a Roma l’Istituto Ceccherelli è stato abbandonato dopo le piogge di metà ottobre perché entrava acqua a non finire; a Milano c’è il vecchio convitto della scuola del parco Trotter che aspetta il restauro da anni ed è oggi occupato da extracomunitari che lo usano come dormitorio.
In generale, il quadro è impietoso: “fili elettrici scoperti, finestre rotte, assenza di porte con apertura antipanico, impianti fuori norma, assenza di certificati di staticità per gli edifici in zona sismica”, sono solo alcune delle mancanze riscontrate sul fronte della sicurezza. Significativi anche i numeri, che non risparmiano alcuna Regione: in assoluto il 34 per cento degli istituti non ha una palestra propria, il 29 per cento delle aule monitorate ha finestre non integre, il 15 per cento presenta segni di fatiscenza, il 17 per cento distacchi di intonaco, il 29 per cento prese o interruttori divelti, l’84 per cento non ha porte con chiusure antipanico.
E il Miur cosa dice? Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha ricordato che è stipulata un’intesa “per costituire gruppi di lavoro regionali, con la partecipazione del ministero dell’Istruzione di quello delle Infrastrutture, delle Regioni, delle Province e dei Comuni, che provvederanno a effettuare sopralluoghi su tutte le costruzioni scolastiche. A oggi abbiamo monitorato il 58% degli immobili. Sarà così possibile – haconcluso Gelmini – ricavare la lista delle priorità degli interventi“. Detto più chiramante, tranne che per le emergenze per vedere a compimento la messa in sicurezza della maggior parte degli edifici scolastici passerà ancora diverso tempo. E non si parla di mesi.