La sicurezza nelle scuole: obbligo di legge o elemento culturale?

La sicurezza nelle scuole è un argomento più volte ripreso nei media nazionali. Ma non capita spesso di
leggere commenti che provengono direttamente da chi la vive ogni giorno.

Questo è ciò che ha voluto fare I.CO.TE.A, istituto formativo accreditato dal MIUR, intervistando una trentina di professori in tutta Italia, responsabili della sicurezza nelle scuole, che hanno frequentato corsi di formazione nel settore. Ciò che è emerso dalle interviste è che “dal basso” la sicurezza nelle scuole è percepita e vissuta come un fatto culturale, non come un mero obbligo da assolvere di fronte alla legge.

Di seguito alcune considerazioni sul tema.

SENSIBILITÀ SUL TEMA SICUREZZA E TEMPO DEDICATO ALLA FORMAZIONE

Dalle interviste emerge che la sensibilità nei confronti della sicurezza nelle scuole è alta e coinvolge tutti gli attori che lavorano negli istituti, a partire dal Preside passando per il personale docente fino a tutti i collaboratori scolastici. Per tale motivo si cerca di dare quanto più spazio possibile alla formazione.
I fondi pubblici dedicati sono piuttosto limitati e si esauriscono presto: capita quindi in molte scuole che si cerchi di ovviare al problema cercando altri mezzi finanziari interni poiché non si intende soprassedere su un tema così delicato.

MARGINE DI AZIONE DEI RESPONSABILI DELLA SICUREZZA NELLE SCUOLE

dipende dal tipo di problema da risolvere. Se si tratta di interventi risolvibili facilmente, i tempi di risposta possono essere molto brevi. I problemi maggiori si riscontrano per interventi che richiedono investimenti finanziari cospicui: in questi casi è necessario avviare un dialogo con le Amministrazioni Locali che spesso però non hanno a disposizione le risorse necessarie e sono vessate da stringenti maglie burocratiche.
I tempi di risposta quindi si possono allungare anche di molto. Gli attori della scuola e le amministrazioni locali non vedono nella sicurezza un mero obbligo da assolvere, anzi, la ritengono parte integrante dell’educazione: a fronte di ciò non si risconta una pari sensibilità da parte dell’Amministrazione centrale. Sembra ci sia una stridente dicotomia tra una normativa statale che giustamente impone la soddisfazione di determinati requisiti di sicurezza negli edifici scolastici e una cronica mancanza di fondi pubblici per la sua attuazione. Una maggior attenzione verso tale tema dovrebbe quindi arrivare dagli organi di governo centrale.

CONSIGLI “DAL BASSO” PER AUMENTARE LA SENSIBILITÀ VERSO LA SICUREZZA NELLE SCUOLE

Durante le interviste si è appurato come chi vive la scuola ogni giorno considera la sicurezza come un fatto culturale, e come tale il suo insegnamento non dovrebbe essere limitato all’ambito scolastico ma dovrebbe coinvolgere in primis le famiglie (e ciò non è scontato, purtroppo) e poi tutta la sfera sociale. La cultura della sicurezza dovrebbe investire tutta la società, a livello educativo e culturale.
I suggerimenti emersi consistono in primis in una pianificazione dei corsi di formazione per i preposti e per gli alunni già dal primo giorno di scuola, a settembre, e non a metà o a fine anno scolastico come invece spesso avviene. In secondo luogo i corsi di sicurezza svolti nelle scuole andrebbero allargati a tutta la cittadinanza, spesso impreparata di fronte a situazioni di emergenza.
L’auspicio è che davvero la sicurezza delle scuole non si limiti ad essere sfruttata come uno slogan elettorale ma diventi elemento permeante la vita di tutti i giorni. La neonata anagrafe degli istituti scolastici è un buon inizio: attendiamo fiduciosi il seguito! tutti i giorni. La neonata anagrafe degli istituti scolastici è un buon inizio: attendiamo fiduciosi il seguito!

Redazione

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